FORAUS Karlo (Carlo), nato il 2 novembre 1903 a San Dorligo della Valle (Trieste) – Contadino – Arrestato a San Dorligo e deportato nel Lager di Dachau – Arrivato il 18 novembre 1944 – Matricola 128277 – Decentrato al sottocampo di Augsburg-Pfersee (Kommando dipendente da Dachau) – Trasferito a Natzweiler il 22 gennaio 1945 – Deceduto l’11 febbraio 1945 a Leonberg (sottocampo di Natzweiler) – Inumato in prima sepoltura nel cimitero locale – Esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Monaco di Baviera (Germania) – Posizione tombale: riquadro 6 – fila 8 – tomba 32. Fonti: Foraus Primavera (figlia).
RAPOTEC Jože (Giuseppe), nato il 18 maggio 1902 a San Dorligo della Valle (Trieste) – Deportato l’11 gennaio 1945 – Immatricolato a Flossenbürg il 14 gennaio 1945 – Matricola 41996 – Trasferito a Kamenz il 29 gennaio 1945 – Inserito nella marcia d’evacuazione del lager ed inviato a Dachau il 20 aprile 1945 – Matricola 160753 – Liberato dai soldati dell’esercito americano il 29 aprile 1945 – Morto Dachau presso l’ospedale americano il 28 maggio 1945 – Sepolto nel Cimitero comunale di Dachau. Posizione tombale F / 1 / 857. Fonti: Giuseppe Rapotec (figlio).
SALVI (Slavec) Agostino, nato il 12 agosto 1901 a San Dorligo della Valle (Trieste) – Deportato a Dachau l’8 dicembre 1944 – Matricola 135356 – Trasferito a Natzweiler / Leonberg – Matricola 40269 – Deceduto il 23 febbraio 1945 – Sepolto nel Cimitero militare italiano d’onore di Monaco di Baviera (Germania) – Posizione tombale: riquadro 6 – fila 8 – tomba 41. Fonti: Salvi (Slavec) Dott. Federico (nipote).
Il caso Rapotec
Nel Cimitero militare italiano d’onore a Monaco di Baviera, erano stati sepolti due triestini che avevano perso la vita in un sottocampo dipendente da Natzweiler (Alsazia).
Tramite i carabinieri riuscii a rintracciare i parenti dei due Caduti nativi di San Dorligo della Valle (si trattava di Foraus Carlo e di Slavec Agostino, entrambi morti nel sottocampo di Leonberg), informandoli di dove erano stati sepolti i loro cari e della possibilità di rimpatriarne i resti.
Quando fui contattato dai congiunti dei due dolinciani, venni messo al corrente che una terza persona, loro compaesana, aveva il padre sepolto in Germania. Lo chiamai e mi feci spiegare tutto per filo e per segno così da poter ricostruire le vicende che colpirono il suo congiunto.
Suo padre, Rapotec Jože, era stato arrestato dai tedeschi a Postumia e deportato nel campo di concentramento di Flossenbürg l’11 gennaio del 1945, su un convoglio partito da Trieste, formato da 411 prigionieri dei quali, dopo uno smistamento a Salisburgo, 380 furono inviati a Flossenbürg e 31 a Ravensbrük.
Il 14 gennaio 1945, data del suo arrivo a Flossenbürg, gli fu assegnato il numero di matricola 41996 e dopo alcune settimane fu trasferito al sottocampo di Hersbruck (dipendente dal lager di Flossenbürg).
Il 20 aprile fu inserito in una delle marce di trasferimento (le cosiddette marce della morte) dirette al campo di concentramento di Dachau, dove arrivò il 24 dello stesso mese e fu immatricolato con il numero 160753.
Il 29 aprile le truppe dell’esercito americano liberarono Dachau.
Il Rapotec, a causa delle sue pessime condizioni fisiche, fu ricoverato presso l’Ospedale Americano di Dachau. Purtroppo non riuscì a riprendersi, ed il 28 maggio 1945, ad un mese dalla sua liberazione, morì.
La salma, fu sepolta in fossa singola, il 30 maggio 1945 (come risultava dal Certificato del Servizio Internazionale di Ricerche di Arolsen), nel Cimitero Comunale della cittadina che ospitava il famigerato lager.
Nel dopoguerra, il Commissariato Generale Onoranze Caduti, aveva provveduto a riesumare le salme 177 Caduti italiani sepolti a Dachau e a traslarle nel Cimitero militare italiano di Monaco.
Per uno strano scherzo del destino, i resti mortali del Rapotec erano rimasti nel cimitero di prima sepoltura.
Fu così che l’unica risposta che si poteva avere dal Ministero della Difesa, era che i resti del caduto, probabilmente non identificati, potevano essere stati sepolti a Monaco con la dicitura «IGNOTO».
La documentazione in mano al figlio riguardante la morte e la sepoltura del padre era la più chiara e inconfutabile che avessi mai visto. Il padre era sicuramente rimasto a Dachau per un errore del Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra.
Preparai una lettera da inviare al Console Generale di Monaco, chiedendo che si attivasse presso il Borgomastro di Dachau per avere informazioni certe sul luogo di sepoltura del padre del signore triestino.
Nella risposta che arrivò dopo qualche giorno dal Consolato Generale d’Italia, era riportato quanto segue: «… da accertamenti effettuati presso il Comune di Dachau, Le comunichiamo che la tomba di Suo padre risulta al cimitero di Dachau «Waldfriedhof», Terrose H – Reihe (fila) 1 – Grab (tomba) n°857 …».
Soddisfatto del risultato, scrissi al sindaco di San Dorligo, la Dottoressa Premolin, e la informai della vicenda.
L’amministrazione comunale si fece carico di espletare ogni pratica burocratica sobbarcandosi tutti gli oneri economici.
Il 29 aprile 2005, i resti dei tre Caduti furono inumati nel cimitero della loro terra natale.
Giuseppe Rapotec Junior sulla tomba del padre a Dachau negli anni ’70
Tratto da «Il Piccolo» di Trieste del 1° maggio 2005
San Dorligo della Valle (Trieste) – Karlo Foraus, originario di Dolina, il 6 novembre si trovò ammanettato senza preavviso e dieci giorni dopo fu trasferito dal Coroneo a Dachau, dove si arrese alla morte l’11 febbraio 1945.
Fu seppellito nel cimitero di Monaco nel 1950, quando le autorità adibirono uno spazio per il riposo dei deportati.
Agostino Slavec fu arrestato l’8 dicembre 1944 mentre si stava recando al lavoro da Sant’antonio in Bosco, dove viveva con la famiglia.
Finì a Dachau e più tardi al campo di lavoro Natzweiler a Leonberg, dove morì il 23 febbraio 1945. Jože Rapotec, di Prebenico, lasciò la propria famiglia quando sentì il dovere di partecipare alla Lotta per la Liberazione. Arrestato a Postumia, fu deportato prima a Flossenbürg e poi, il 24 aprile 1945, a Dachau. Le truppe alleate arrivarono 5 giorni più tardi; lo trovarono vivo, lo portarono all’ospedale, dove però morì il 28 maggio.
Rapotec fu sepolto nel cimitero comunale di Dachau. Dopo oltre sessant’anni di sepoltura anonima e lontana, i resti di Karlo Foraus, Agostino Slavec e Jože Rapotec, tre cittadini di San Dorligo della Valle-Dolina deportati a Dachau e morti per mano dei nazisti fra il 1944 e il 1945, tornano finalmente a casa, trovando pace nel cuore della loro terra natia. […].
Il merito del rientro delle tre salme – si legge nel comunicato stampa diffuso dal comune di Dolina – è dovuto soprattutto all’impegno di Roberto Zamboni, rappresentante dell’Associazione nazionale ex deportati di Verona, che nel 1999 iniziò la sua lotta affinché nel Parlamento italiano venisse approvata una legge che permettesse di restituire ai parenti i resti delle vittime, sepolti per lunghi decenni nei cimiteri militari all’estero, lontani dai loro cari. I familiari dei tre cittadini di Dolina deportati nei campi di sterminio hanno voluto con forza che le spoglie di Karlo Foraus, Agostino Slavec e Jože Rapotec potessero finalmente riposare nella terra natia. Per questo motivo l’amministrazione comunale di San Dorligo si è subito attivata ed ha sollecitato più volte il commissario generale responsabile per i Caduti, presso il Ministero della Difesa, rimanendo costantemente in contatto con il Consolato Generale d’Italia a Monaco.
Il Comune di Dolina si è rivolto anche al prefetto Sorge, che si è adoperata per la risoluzione del problema.
L’iter burocratico si è concluso alla fine dell’anno scorso, ma a causa dell’inverno particolarmente rigido non è stato possibile procedere con la dissepoltura dei tre Caduti fino ai giorni scorsi.
I loro resti sono stati portati giovedì scorso a Roveredo in Piano assieme a quelle di altre vittime dei nazisti. Ad aspettarli c’era il sindaco di San Dorligo Fulvia Premolin, che li ha riportati di nuovo a casa, nella chiesa di San Martino, dopo più di 60 anni di esilio.
[…] Si veda anche: Storie – I Caduti di San Dorligo […]
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