BALSAMO Gaetano, nato il 1° aprile 1920 a Carini (Palermo) 1a, 4, 6, 7, 10 – Deportato a Dachau il 20 settembre 1943 – Matricola 54329 – Trasferito a Flossenbürg – Rientrato a Dachau – Matricola 151752 4, 6 – Liberato dai soldati dell’Esercito americano il 29 aprile 1945 – Deceduto presso l’ospedale americano il 17 maggio 1945 – Sepolto nel Cimitero Comunale di Dachau 5 – Esumato e traslato nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Monaco di Baviera (Germania) 1a, 7 – Posizione tombale: riquadro 4 – fila 8 – tomba 45 1b . Fonti: 1a, 1b, 4, 5, 6, 7, 10 – Antonino Balsamo (figlio).
Tratto da «Carini Oggi» – Marzo 2002 – Articolo di Franco Cusumano.
È così che, durante il secondo conflitto mondiale è partito anche il nostro concittadino Gaetano Balsamo per la guerra da dove non si sa come e quando si ritorna, se si ritorna!
Per dovere verso la Patria lasciò così, tra gli affetti più cari, la moglie giovanissima e il figlioletto Nino di appena un anno.
Poco tempo dopo la sua partenza la famiglia di lui, non ebbe più notizie. Nessun organo di Stato, ormai allo sbaraglio, era in grado di fornire notizie sulla sorte e sulla ubicazione di parecchi combattenti.
Di questo se ne occupò la santa sede, in quel periodo retta da Papa Pio XII il quale, sebbene non avesse preso una chiara posizione contro la Germania non denunciandone pubblicamente le persecuzioni antise-mitiche, svolse una importante opera di sostegno alle popolazioni colpite dalla guerra.
Infatti, una lettera spedita dal Vaticano nell’aprile del 1945 informava qui a Carini la famiglia del venticinquenne Gaetano Balsamo che questi era vivo e prigioniero nel campo di concentramento di Dachau in Germania.
Ma la speranza dei familiari di potere riabbracciare un giorno il loro congiunto si spense del tutto allorquando una seconda lettera sempre dalla Santa Sede, spedita a circa un mese di distanza dalla prima, ne annunciò il decesso. Il piccolo Nino con la mamma crebbe così in casa del nonno ricevendo da questi l’amore e l’affetto di quel padre mai conosciuto.
Registro matricola del lager di Flossenbürg – Documento depositato presso il National Archives and Records Administration / Washington DC – Doc. NARA M1935 / Pagina 14. Materiale gentilmente concesso per la pubblicazione da Fold3 – Registri militari storici – http://www.fold3.com.
Matricola 20407 – Italiano – Balsamo Gaetano, nato a Carini il 1°aprile 1920 – (illeggibile).
Col passare del tempo, il figlio divenuto nel frattempo anche lui genitore capì quale dolore avesse potuto provare quel padre nell’andare incontro ad una morte sicura senza la speranza di poter riabbracciare per un ultima volta quel figlioletto che non avrebbe mai più visto.
E questo pensiero divenuto quasi un tormento, lo spinse, qualche anno fa, a recarsi a Dachau fiducioso di potervi trovare se non la tomba del padre almeno qualche indicazione su dove si potesse trovare.
Purtroppo questo suo viaggio servì solo a conoscere quell’obbrobrioso luogo di tortura, divenuto un museo, dove il padre ha trascorso gli ultimi istanti della sua vita. Lo stesso insuccesso non ebbe, per fortuna, il signor Roberto Zamboni di Verona, nipote di un ex deportato morto nel campo di concentramento di Flossenbürg nel maggio del 1945 a soli 22 anni, il quale così scrive in una commovente lettera inviata al Comandante dei Carabinieri di Carini: «Nelle ricerche da me intraprese, allo scopo di poter rintracciare e far rimpatriare i resti del mio parente, mi sono imbattuto nei nomi di molti altri italiani che a guerra finita vennero riesumati dal luogo della prima loro sepoltura e tramite il Commissariato Generale Onoranze Caduti in Guerra, sepolti nello stesso cimitero dove venne sepolto mio zio. … Fra gli italiani in questione ve ne è uno nato nella località del Vostro Comando. Vista la delicatezza dell’argomento e non sapendo a chi rivolgermi per contattare i parenti dei Caduti, ho pensato a lei Signor comandante, con la speranza di essere aiutato consegnando loro copia di questa lettera». Ed a parte allegato: «Balsamo Gaetano nato a Carini (PA) l’1.4.1920 immatricolato a Dachau nell’aprile del 1945 con numero di matricola 151752, morto a Dachau il 17.05.1945, sepolto nel Cimitero militare italiano di Monaco di Baviera al riquadro 4, fila 8, tomba 45».
Lascio immaginare al lettore la gioia e la commozione dei familiari non appena copia della lettera venne loro trasmessa e la profonda ammirazione e gratitudine verso questo cittadino di Verona che a sue spese e senza alcun tornaconto di qualsiasi genere si interessa di rintracciare i parenti dei Caduti in guerra. Un nobile ed esemplare gesto che mortifica quegli organi dello Stato che, pur sapendo, e avendone curato la traslazione, non si sono per nulla curati di darne notizia ai parenti. Forse non l’hanno ritenuto necessario perché quella, per una legge del 1951, doveva essere la destinazione ultima delle salme senza che queste potessero essere più concesse ai parenti.
Una legge assurda e crudele che il signor Roberto Zamboni, con l’aiuto politico dell’allora Presidente della Camera, nel 1999 riuscì a far modificare.
Adesso le spoglie mortali di quei Caduti, da più di cinquant’anni sepolti in terra straniera, possono ritornare in Patria all’affetto e alla devozione dei loro cari. Questa nuova legge stabilisce anche che le spese del rimpatrio, circa ottocento euro, devono essere a carico degli interessati. La famiglia di Gaetano Balsamo, ritenendosi l’unica interessata a che ciò avvenga, si è manifestata ben lieta di affrontare anche una somma superiore purché, quanto sembra allo Stato più non interessare, possa avere nella tomba di famiglia più degna sepoltura e rispetto.
Consapevole di questo, il consigliere comunale Vincenzo Randazzo, non ritenendo per nulla dignitoso che debba essere la famiglia ad occuparsi e sostenere le spese del rimpatrio, ha invitato con una mozione presentata al Presidente del Consiglio Comunale di Carini, l’Amministrazione a farsi carico di tutto affinché la salma di Gaetano Balsamo possa tornare qui, al suo paese natale, con tutti gli onori che gli sono dovuti e non come un fantasma di un passato che si vuole a tutti i costi dimenticare.