GUIDETTI Giuseppe, nato il 14 ottobre 1921 a Cesara (Verbano Cusio Ossola) 1a, 10 – Deceduto il 6 giugno 1945 – Sepolto nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Germania) 1a – Posizione tombale: riquadro 4 – fila R – tomba 21 1b . Fonti: 1a, 1b, 10 – Eugenio e Gianni Guidetti (fratello e nipote)
Ricostruzione di Eugenio Guidetti
Al momento dei fatti avevo cinque anni e la nostra era una famiglia numerosa composta dai genitori, cinque fratelli e tre sorelle.
Giuseppe era il primogenito e con mio padre era il solo a lavorare in fabbrica reggendo i fabbisogni dell’intera famiglia, mentre la mamma oltre a lavorare la campagna aveva anche il suo daffare nel curarci e fornirci una sana educazione.
Il ricordo di quei tempi di mio fratello Giuseppe non è molto ben defi-nito, sia per la mia giovane età che per il fatto che lui rientrava tardi la sera dal lavoro e gli restava poco tempo o voglia da dedicarci soprattutto per giocare con noi, ma un fatto non ha mai abbandonato la mia memoria e ogni volta che ci penso mi sembra di riviverlo in diretta e corrisponde alla sua chiamata alle armi.
Eravamo radunati tutti nel cortile di casa con parenti e vicini nessuno parlava ma tutti piangevamo, forse ipotizzando già che quello era un addio e non un arrivederci. Questo è un ricordo che non potrò mai dimenticare.
Inizialmente Giuseppe è stato inviato in Grecia e devo dire che durante la permanenza in quelle terre pensava molto a noi in quanto ci scriveva spesso e non mancava di farci pervenire dei pacchettini di frutta secca, principalmente uva e fichi. In seguito fu fatto prigioniero dalle truppe tedesche e deportato in Germania (Hamborn, distretto di Duisburg), da dove non poteva farci pervenire sue notizie con una costante frequenza e questa situazione ha lasciato nella disperazione mia madre in quanto pensava sempre al peggio che gli potesse capitare.
Quelli sono stati cinque anni molto tristi e brutti per la nostra famiglia.
Nel frattempo io frequentavo la classe quinta elementare e un giorno entrò il messo comunale annunciandoci che la guerra era finita.
Tutti si misero a gridare di gioia mentre ancora oggi non riesco a spiegarmi il motivo per il quale io scoppiai a piangere, anche se nel mentre le campane suonavano a festa.
Fu allora che per la mia famiglia ma soprattutto per mia madre iniziò il calvario in quanto non avevamo da tempo più notizie di Giuseppe.
Il Geniere Giuseppe Guidetti in Grecia
Passò del tempo e un giorno mentre mia madre e mia sorella rientravano dalla campagna che stavano accudendo, furono raggiunte dall’impiegato comunale che li stava aspettando per consegnar loro un documento nel quale si annunciava la morte di Giuseppe.
Passò altro tempo (purtroppo il ricordo non è limpidissimo) nel quale rientravano dalla Germania dei reduci di paesi vicini al nostro e uno di questi si presentò a casa nostra dicendo di essere stato nello stesso campo di prigionia di mio fratello e che aveva l’ultima sua lettera scritta nel letto dove era poi morto.
Ci raccontò che era ridotto a uno scheletro umano (33 kg) e che loro erano stati liberati dagli americani una settimana dopo che Giuseppe era morto.
Non ho più quella lettera e neppure ricordo i passi o i significati, anche se le ultime parole del manoscritto erano «fine e cordoglio».
Da allora mia madre si è battuta per avere notizie, sapere come era realmente andata quella terribile storia, ma non avevamo mezzi economici per affrontare quell’avventura e le porte giuste a cui bussare erano difficilmente individuabili. Inoltre non esistevano i mezzi tecnologici di adesso e non ebbe mai una risposta da nessuna istituzione.
Di questo ne soffrì moltissimo non potendolo piangere nel nostro cimitero. […].
Tomba nel cimitero di Amburgo
Rientro a Cesara (Verbano Cusio Ossola) dei resti di Giuseppe Guidetti