PETRINI Attilio, nato il 19 maggio 1920 a Cortona (Arezzo) 1a, 10 – Figlio di fu Silvio e Cenci Luisa – Celibe – Soldato del 27° Reggimento Artiglieria – Deceduto il 2 marzo 1944 – Inumato in prima sepoltura nel cimitero di Döberitz – Posizione tombale: campo n. 1 / fila 16 / tomba 14 10 – Esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Berlino (Germania) 1a – Posizione tombale: riquadro 4 – fila 6 – numero 14 – tomba 1160 8. Fonti: 1a, 8, 10 – Giusy Migliorati (nipote) e Stefano Pierattini (pronipote).
30 novembre 2009
Ho visitato il suo sito e sono rimasta felice nel vedere persone come lei che sono riuscite a sapere dove sono sepolti molti deportati in Germania. Anch’io ho uno zio morto in Germania Est.
Il suo nome era Petrini Attilio nato a Vaglie di Cortona (Arezzo) nel 1920. Per diversi anni mia zia ha provato a rintracciare dove fosse sepolto ma purtroppo c’era il famoso muro e non era possibile sapere. Poi sono sopraggiunte altre cose e non abbiamo più cercato. Oggi sono spinta a farlo io perché so di fare molto piacere a mia madre. […]. Giusy Migliorati.
Ricostruzione di Giusy Migliorati e Stefano Pierattini
Petrini Attilio di Silvio, nato a Cortona il 19 maggio 1920, faceva parte del 27° Reggimento Artiglieria.
Venne richiamato alle armi il 6 gennaio 1941 ed avviato a Portoferraio, sull’Isola d’Elba, dove venne catturato dai tedeschi il 17 settembre 1943.
Quando venne fatto prigioniero, il treno si era fermato a Camucia di Arezzo.
I prigionieri avevano fame e sete e le persone cercavano di dar loro qualcosa da mangiare ma venivano allontanate.
Mia mamma e la nonna non erano molto lontane (abitavano a Vaglie di Cortona) ma nessuno riuscì ad avvisarle della presenza di Attilio alla stazione di Camucia.
Sono venute a sapere della sua prigionia dalle lunghe lettere che lo zio scriveva. Tutte le settimane ricevevano una lettera.
Zio Attilio risulta essere morto il 2 marzo 1944 presso l’ospedale di Berlino, alle 18 circa, a causa di un incidente sul lavoro (in prigionia).
Venne sepolto nel cimitero di Döberitz (Dallgow-Doeberitz), alla posizione tombale campo n. 1 / fila 16 / tomba 14.
Da quanto ricorda mia madre, lo avevano impiegato come muratore e precipitò dal settimo piano di un edificio.
I miei nonni ricevettero una lettera che li informava della morte dello zio a causa di un incidente, ma un suo amico che era della Spezia gli riportò l’orologio e disse che era stato buttato di sotto apposta.
Anche mia madre durante la guerra ha subito molti danni.
I tedeschi che si trovavano a Vaglie le avevano bruciato la casa perché avevano messo una bandiera tedesca alla porta, e mia nonna, mia madre e mia zia (erano rimaste solo loro tre) l’avevano bruciata per rabbia senza pensare a quello che poteva succedere.
Si salvarono con l’aiuto del prete e si nascosero nei boschi ma la casa fu loro bruciata.