BAGORDO Nicolò (detto Lino), nato il 5 ottobre 1916 a Monopoli (Bari) – Sergente cannoniere 1a, 10 – Fatto prigioniero ed internato nello Stalag XII D – Matricola 32022 – Deceduto a Zewen / Trier (Renania Palatinato) il 23 agosto 1944 – Causa della morte: frattura del cranio per incidente sul lavoro – Inumato in prima sepoltura il 25 agosto 1944 nel cimitero di Trier 2b – Esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Francoforte sul Meno (Germania) 1a – Posizione tombale: riquadro H – fila 8 – tomba 15 1b. Fonti: 1a, 1b, 2b, 10 – Sandro Scarafino (pronipote).
Tratto da «La Gazzetta del Mezzogiorno» – Edizione di Bari del 25 novembre 2011 – Articolo di Emanuele Caputo.
Bagordo morì nel campo di concentramento di Trier, in Germania, il 23 agosto 1944. Aveva solo 27 anni.
È uno degli otto militari monopolitani di cui solo recentemente, grazie agli studi di Zamboni, è stato possibile scoprire il luogo di sepoltura.
Quinto di sette fratelli, di cui uno ancora in vita, è seppellito nel cimitero militare italiano di Francoforte.
«La storia del caduto – spiega Scarafino – mi è stata tramandata da mia nonna materna, Cosima, scomparsa nel 2004, che per decenni ha custodito gelosamente lettere, documenti e foto che Nicolò, per la famiglia Lino, aveva con sé nel campo dov’era prigioniero.
Mia nonna – racconta il discendente – per anni ha tentato, ahimè invano, di scoprire dove fossero le spoglie di suo fratello.
Poi, quasi per caso, due settimane fa, mi sono imbattuto nel sito di Zamboni. Mi sono così ricordato della storia che lei per anni mi aveva raccontato. Ho cercato quel nome e così ho scoperto in prima persona dove fossero state tumulate le spoglie mortali del mio prozio».
La «scoperta» via internet è stata, per la famiglia, occasione di un viaggio nella memoria: «A quel punto, insieme con mia madre, ho rispolverato quei documenti che, oltre ad avere un valore storico inestimabile, hanno anche un significato affettivo non indifferente», racconta Scarafino.
Dalle carte e dai cimeli emerge che Lino Bagordo era un sergente cannoniere, chiamato alle armi nel 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale.
«Abbiamo trovato – racconta – biglietti di treno che testimoniano la sua presenza in Calabria, precisamente a Crotone, a La Spezia, dove conobbe una ragazza di nome Lena con la quale aveva iniziato una relazione, e, poi, ancora, a Pola, in Istria». Fino a essere internato dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. «Non sappiamo dove fu fatto prigioniero», spiega il pronipote. Che prosegue: «Abbiamo una serie di lettere che suo padre, Giuseppe, gli spedì tra la fine del 1943 e maggio 1944, raccontandogli cosa accadeva a Monopoli, e quelle spedite dalla fidanzata ligure.
Particolarmente toccante è un blocconote in cui Lino racconta le sue giornate. Gli appunti sono datati novembre e dicembre 1943. In uno, in particolare – ricorda, commosso, Scarafino – descrive le dure condizioni di vita, le basse temperature e la fame patita, costretto a camminare per chilometri a pancia vuota o a cibarsi di 50 grammi di patate e carote.
DIO LO ABBIA AVUTO SUBITO IN CIELO.
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