Un sogno si è avverato – Storie – Alberto Roscini

ROSCINI Alberto, nato il 5 settembre 1907 a Perugia – Deceduto a Bensberg (Nord Reno-Westfalia) il 12 aprile 1945 – Causa della morte: cannoneggiamento inglese – Inumato in prima sepoltura nel cimitero locale (fossa comune con altri nove Caduti italiani) – Esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Germania) – Sepolto come ignoto in una delle tombe del riquadro 3 – fila Z – tombe dalla 49 alla 57 e 66. Fonti: 10 – Franco Roscini (figlio).

 

Perugia, 3 luglio 2010

Egregio Sig. Zamboni,

sono il figlio di un ex deportato in Germania deceduto il 12 aprile 1945 a Bensberg e sepolto nel cimitero della cittadina. Purtroppo il suo corpo è stato ritrovato senza piastrino di riconoscimento.

Mio padre ed i suoi colleghi erano stati passati come lavoratori e dimoravano in un cinema della cittadina. Durante un cannoneggiamento americano nel fuggire è stato colpito al petto.

Questi dati sono conosciuti dalla famiglia perché un collega di mio padre, che era residente in un piccolo paese nei pressi di Perugia, trovandolo morto ha pensato bene di togliergli la giacca ma in essa era il piastrino di riconoscimento, il portafoglio e documenti vari personali. Detto materiale è in mio possesso perché quel signore ebbe la buona idea di consegnarlo a mia madre.

Pertanto mio padre risulta disperso e nel cimitero di Bensberg sono stati sepolti 10 italiani ignoti.

Il Ministero della Difesa (Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra) proprio oggi ha risposto a una mia lettera nella quale chiedevo se i resti erano ancora sepolti a Bensberg.

Oggi vengo a sapere che i resti degli italiani sono stati esumati negli anni 50 e portati nel cimitero di Amburgo. Non potevano dirlo al momento della esumazione?

Il Ministero stesso mi dice che i resti sono messi in tombe riquadro 3 fila Z tombe dalla 49 alla 57 e tomba 66.

Ma questi miseri resti sono separati l’uno dall’altro o sono mescolati? Come sono stati interrati? In casse di zinco?

Mi pongo queste domande perché oggi sarebbe molto facile con l’esame del DNA ritrovare i propri cari.

Io sono vecchio, ho 72 anni ma certamente vorrei riavere i miseri resti di mio padre.

Le chiedo quindi se c’é qualche strada per cercare di ottenere ciò.

[…]

Resto in attesa di un suo riscontro e le porgo il mio più grato riconoscimento per il lavoro che sta svolgendo.

Distinti saluti. FRANCO ROSCINI […] Figlio di ALBERTO ROSCINI nato a Perugia il 5.9.1907

 roscini alberto e figlioAlberto Roscini con in braccio il figlio Franco

Lettera inviata da Alberto Roscini al figlio Franco

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14 dicembre 1944 – Mio adorato figlio, mi auguro che la presente ti giunga e che la tu possa stringere al tuo cuoricino. Specie in questi giorni ti ricordo tanto. Franco, figlio mio, prega per il tuo papà, sii buono con la tua mamma

[…].

Soffro tanto al pensiero di saperti lontano. Franco, che Iddio ti protegga e ti benedica

[…]

A te tanti tanti baci e abbracci… ti benedico, tuo papà Alberto.

Ricerche fatte dalla famiglia tramite il Vaticano

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 Schede di ricerca dell’Ufficio Informazioni Vaticano per i Prigionieri di Guerra

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Alberto Roscini con la Medaglia d’Onore assegnatagli alla memoria 

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10 novembre 2010

Egregio Signor Zamboni, domenica scorsa insieme a mio figlio Roberto sono stato presente alla cerimonia che si è tenuta presso il Cimitero militare di Amburgo.

A parte la cerimonia, la mia commozione è stata di vedere e toccare con mano le dieci tombe di “Ignoti” provenienti dal Cimitero di Bensberg (Colonia), in una delle quali vi sono i resti di mio padre. Non le dico la commozione e le lacrime che sono sgorgate …

roscini alberto lapide ignotoUna delle tombe anonime nel cimitero di Amburgo

 roscini alberto articolo

Tratto da «Il Corriere dell’Umbria» del 3 agosto 2011- Articolo di Alessandro Antonini.

Franco Roscini, lo scorso 7 novembre ha pianto. Nel freddo autunno teutonico, il suo cuore era più caldo di un termosifone.

Del papà, mai conosciuto, sempre amato, caduto in guerra, non c’erano notizie. Per sessant’anni inghiottito nel gorgo nero dei morti anonimi ammazzati dalle bombe e dai proiettili. Quel cadavere, disperso, mai onorato, è stato il tarlo di una vita. Una volta in pensione, col figlio Roberto, dopo lunghe e faticose ricerche documentali, ha scovato il suo tesoro. Un fazzoletto di terra con dieci tombe, tra le quali è sepolto il padre Alberto, morto il 12 aprile 1945 in un campo di lavoro a Bensberg, a Colonia. Adesso che ha fatto trenta, vuole arrivare a sapere di preciso dove riposano le spoglie mortali del genitore «milite ignoto», e ha fatto formalmente richiesta al ministero per l’esame del dna. Quel ministero (commissariato onoranze ai caduti di guerra, ndr) che gli ha fornito le carte per ricostruire gli ultimi attimi di vita e le vicissitudini della salma del padre.

Franco Roscini, dirigente contabile dell’ex Silvestrini, ha sempre raccolto informazioni sulla sorte di Alberto. Fino a qualche anno fa sapeva soltanto che era morto in primavera, nel 1945, in un centro a pochi chilometri da Colonia, dove era stato deportato dal Montenegro l’8 settembre 1943. Lavorava nei campi, costretto dai tedeschi, quando un bombardamento inglese uccise lui e altri 14 compagni italiani. Un proiettile lo centrò in pieno petto. In mano c’è un documento del Vaticano, inviato nel ’46 alle mogli dei dispersi (e rinvenuto solo dopo anni in un cassetto) scritto in latino, in cui si informa dell’eccidio e che la sepoltura in loco era stata celebrata con rito cattolico dal parroco Joseph Roderburg. «Quando sono andato in pensione – spiega Franco Roscini – ho avuto più tempo da dedicare alle ricerche e anche sulla scia di notizie di stampa che parlavano dei ritrovamenti dei genitori scomparsi in guerra, mi sono messo in testa di ritrovare papà».

Grazie anche al sito internet di Roberto Zamboni, dedicato ai «Dimenticati di Stato», cominciai a vergare le prime raccomandate.

Nel mirino anche la presidenza della Repubblica, che risponde e annuncia l’impegno a sondare i più alti livelli dell’esercito. La dritta giusta arriva da palazzo Baracchini. La Difesa si documenta e ritrova un atto del governo tedesco dove si certifica che nel 1956 la salma di Alberto Roscini, tumulata a Colonia, è stata traslata nel cimitero militare italiano di Amburgo. Tra 5mila 668 tombe di cui 171 ignote, è un bel cercare. Dopo qualche mese arriva però un’indicazione che vale oro: riquadro tre, fila zeta, dalla lapide 49 alla 57 e la 66. «A questo punto, ed è l’aprile dello scorso anno, decidiamo di partire – continua Franco. – Veniamo a sapere che l’ambasciata italiana ad Amburgo il 7 novembre celebra i Caduti compatrioti. Sono andato su con mio figlio, è stato un giorno indescrivibile. Unico. Siamo pronti a tornare ogni anno, ma visto che l’ambasciata è stata chiusa nei mesi scorsi, temiamo che anche quel rito sia a rischio». Senonché, adesso, l’obbiettivo della famiglia Roscini è un altro: trovare la lapide, tra le dieci, con l’esame del codice genetico. «Sarebbe un sogno – continua – ho chiesto se c’è la possibilità al ministero, so che è molto complicato, però ci speriamo». Una lastra di pietra dove rifondere «riconoscenza e doverosa ammirazione», per dirla col generale della difesa Vittorio Barbato: così scrive in calce alla lettera indirizzata a Roscini.

31 ottobre 2014

Ciao Roberto ti allego la risposta che ho avuto dal Consolato di Hannover

“Gentile Signor Roscini,

il Ministero della Difesa ha comunicato a questo Consolato Generale di voler realizzare entro la fine di quest’anno l’operazione relativa agli esami del DNA per individuare con certezza i Resti Mortali di suo padre.

Siamo in contatto con l’amministrazione del Cimitero e con l’Istituto di Medicina legale per fissare il calendario dell’operazione per individuare con certezza i Resti Mortali di suo padre, attraverso gli esami DNA dei 10 Caduti italiani sepolti nel Cimitero di Amburgo/Oejendorf. Siamo in stretto contatto con il Ten. Col. Pasquale Di MAIO del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti.

[…]

Spero che questa volta la cosa vada in porto entro l’anno perché altrimenti i fondi trovati dal Ministero dovranno essere restituiti e quindi l’anno prossimo saremmo di nuovo alla ricerca di soldi … […] Un caro saluto, Franco Roscini

 

30 novembre 2014

Ciao Roberto, tutto è stabilito.

Il giorno 11 dicembre alle ore 9 inizieranno le esumazioni ed i prelievi di un osso ritenuto idoneo dal personale medico.

Sarò presente anche io accompagnato da mio figlio Roberto per sottopormi al prelievo della saliva per effettuare il mio DNA dallo stesso Istituto che provvederà a fare quello dei 10 esumati.

Sarà presente anche il Colonnello Di Maio dell’Onorcaduti e la Sig.ra Bergamaschi del consolato di Hannover.

Spero che dentro quelle fosse ci siano dei resti ben definiti. Mi è stato riferito che potrebbero esserci più di un resto e addirittura vuote. A questo livello sarà impossibile effettuare gli esami.

Io sarò su dal 10 al 13 dicembre e spero di riuscire in questa mia avventura.

Ti terrò informato di quanto avverrà. Un caro saluto. Franco.

Riesumazioni ad Amburgo per l’esame del DNA

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22 maggio 2015

Carissimi amici,

vi comunico che il risultato dell’esame del DNA per la ricerca dei resti di mio padre ha dato come risultato il 99,99994%. Tomba n. 55, quella in cui sono stati trovati gli oggetti di cui pubblicai a suo tempo le foto e che mi verranno consegnati.

Finalmente è giunto il giorno del suo rientro a casa.

Lunedì 25 mi recherò a Roma Fiumicino per ritirare la cassetta contenente i resti e la conserverò in casa.

Come potrete capire la gioia è infinita perché posso riabbracciare dopo 70 lunghi anni colui che insieme a mia madre mi hanno dato la vita.

Il giorno 30 c.m. alle ore 15.30 verrà officiata una cerimonia religiosa presso la Cattedrale di Perugia a cui parteciperanno varie autorità, rappresentanze di combattenti e reduci, il Primario e i due Medici specialisti dell’Istituto di Medicina Legale di Amburgo che hanno effettuato le ricerche, un giornalista ed un fotografo del National Geographic e varie rappresentanze della stampa locale.

Un grazie a tutti voi che mi siete stati vicini in questa mia avventura.

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 –

Tratto dal Corriere dell’Umbria del 23 maggio 2015

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