STAFFONI Antonio, nato il 6 agosto 1899 a Pisogne (Brescia) 1a, 10 – Deceduto a Szczeciński / Stargard (Voivodato della Pomerania Occidentale) il 24 aprile 1944 1a – Sepolto a Bielany / Varsavia (Polonia) – Cimitero militare italiano 1a. Fonti: 1a, 10 – Oscar Staffoni (figlio).
Egregio Signor Zamboni, la scorsa settimana sono stato a Varsavia con alcuni amici e il giornalista Ivano Tolettini del Giornale di Vicenza, che ha voluto dare notizia di quanto ha visto a Bielany (Varsavia).
Devo alla Sua paziente e diligente opera la scoperta della esumazione e traslazione dei resti di mio padre da Stargard a Varsavia;
come Lei ben sa e ha documentato, le nostre autorità si sono ben guardate dal dare qualsiasi informazione ufficiale alle famiglie.
Ancora grazie per il Suo prezioso lavoro, servito a far luce su tristi vicende.
Tratto dal «Giornale di Vicenza» del 18 settembre 2013- Articolo di Ivano Tolettini – «Le bugie del Ministero della Difesa»
Piovene. Reazioni alla risposta all’interrogazione parlamentare dell’On. Sbrollini sulla dignità della sepoltura in Polonia di 266 caduti in campo di concentramento. Famigliari delle vittime replicano al capo del dicastero spiegando che non sono mai stati informati su dove fossero sepolti i loro cari.
«L’informazione alle famiglie dei morti deportati nei campi di concentramento nazisti? Per me che seguo le vicende da quasi vent’anni, sta diventando una barzelletta».
Il veronese Roberto Zamboni, fra i maggiori esperti di campi di prigionia in Germania con un patrimonio storico dettagliatissimo, è lapidario. Il suo sito «Dimenticati di Stato» è lì a ricordare il «comportamento assurdo dello Stato italiano». Così la risposta fornita dal Ministro della Difesa, Mario Mauro, alla deputata vicentina Daniela Sbrollini che lo ha interrogato sulla vicenda del maresciallo dei carabinieri Antonio Staffoni, morto nel 1944 nel campo di concentramento di Stargard e i cui resti sono inumati nel cimitero di Bielany alla periferia di Varsavia, riproduce quelle «bugie di Stato» che in tanti sottolineano. Come quando il ministro scrive che «si evince che le famiglie furono informate», anche se Oscar Staffoni, 75 anni, di Schio, figlio del maresciallo Staffoni, gli replica che «è destituita di qualsivoglia fondamento l’affermazione e il luogo della sepoltura non è dignitoso». Il caso Staffoni è il dramma di migliaia di deportati nei campi tedeschi dopo l’8 settembre 1943, perché rifiutandosi di passare con Salò molti decretarono la propria morte. Come appunto l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Piovene, che sposò Maria Panozzo.
«Per più di sessant’anni abbiamo creduto che papà fosse sepolto in Pomerania, dove più volte ci recammo, – afferma il figlio – fino al novembre 2010 quando navigando in internet ho scoperto che la salma di mio padre era a Bielany addirittura dal 1958».
Nei mesi scorsi Staffoni si è recato a Varsavia per pregare sulla tomba del papà ed ha avuto l’amara sorpresa di scoprire che il genitore, assieme a 266 italiani, è sepolto in un loculo infestato dai topi coperto da un tombino. Di qui l’interrogazione dell’on. Sbrollini e la risposta del ministro, giunta in questi giorni, che spiega che le condizioni in cui sono seppelliti i 2283 morti della Prima e Seconda Guerra mondiali sono consone. Circostanze queste che sono smentite da chi ha visto coi propri occhi quella parte di ossario. Il ministro, in base alla documentazione che gli è stata preparata dalla struttura burocratica di Onorcaduti, ribadisce che «le famiglie furono informate, ovviamente con i mezzi di divulgazione all’epoca disponibili, consentendo loro di scegliere la definitiva collocazione del proprio congiunto».
«Non avrei mai voluto entrare in questo genere di polemiche perché mio padre ha dato la vita per essere fedele al giuramento di fedeltà alle istituzioni – osserva Staffoni -, ma ci sono tirato per i capelli perché di fronte ad affermazioni, seppur autorevoli, che però non sono vere, si rimane esterrefatti e rischiamo di passare per quello che non siamo.
La verità è che mai nessuno ha informato mia madre, mio fratello e me, né i parenti bresciani, che i poveri resti di papà fossero stati traslati a Varsavia.
Nella risposta all’interrogazione ci sono quelle che purtroppo sono bugie. Mi rendo conto che il ministro ha firmato ciò gli è stato preparato, ma non corrisponde al vero».
Verbale di esumazione e di riconoscimento del Maresciallo Maggiore Staffoni Antonio (parte 1)
Verbale di esumazione e di riconoscimento del Maresciallo Maggiore Staffoni Antonio (parte 2)
Articolo del «Giornale di Vicenza» del 16 maggio 2013
Accesso ad uno dei due ossari in trincea di Bielany
Accesso alle tombe degli ossari in trincea di Bielany