SILETTI Luigi, nato il 16 febbraio 1923 a Caravino (Torino) 1a, 10 – Internato nello Stalag VI A (Hemer – Nord Reno Westfalia) – Matricola 95731 – Arbeits-Kommando n° 1000 – Deceduto a Rheinhausen (Baden-Württemberg) il 4 luglio 1944 10 – Sepolto nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo 1a – Posizione tombale: riquadro 5 – fila Y – tomba 46 1b. Fonti: 1a, 1b, 10 – Giovanni Florio (nipote).
Tratto da lasentinella.gelocal.it del 5 ottobre 2012 – Articolo di Antonella Allazeta.
È grazie a internet che Giovanni Florio è riuscito a trovare suo zio Luigi Siletti, figlio di Giuseppe e Marco Maria della Cascina Roiera.
Il giovane Alpino Luigi Siletti durante la seconda Guerra Mondiale fu preso come prigioniero ed internato nello Stammlager VI A a Rheinhausen, Germania, dove morì nel 1944, a 21 anni.
La famiglia fu avvisata del decesso con un telegramma ma il corpo non fu riportato a casa.
Tornerà a Caravino il 4 novembre, ci sarà un picchetto d’onore della Taurinense. Giovanni Florio, pur non avendo mai conosciuto di persona lo zio, è cresciuto con sua nonna che gli parlava di Luigi e che avrebbe voluto riaverlo a casa.
Nel gennaio scorso stava navigando su internet, quando senza cercarlo, è comparso il nome di suo zio, stupito è andato a vedere in quale sito fosse nominato ed era sul blog di Roberto Zamboni intitolato «Dimenticati di Stato»: un sito nato dalle ricerche di Zamboni ed in cui si possono trovare i nomi degli inumati nei cimiteri militari italiani d’onore fino al 12 marzo 2009.
Giovanni ha dunque scritto a Zamboni, per accertarsi che fosse davvero suo zio e poi con la moglie si è recato ad Amburgo al cimitero militare d’onore dove era sepolto. «Il cimitero è immenso – racconta – e ho visto anche molti cognomi del Canavese sulle tombe. Non ho faticato a trovare la tomba ma come ho saputo dov’era mio zio non ci ho pensato neanche un attimo e ho deciso che l’avrei riportato a casa».
Sono così iniziate le trafile burocratiche. E il 4 novembre ci sarà la cerimonia. Il Comune rimborserà il 60% dei costi per il rimpatrio: «Nonostante le critiche non siano mancate – spiega il sindaco – credo che pagare il rimpatrio di un caduto caravinese che torna a casa dopo quasi 68 anni sia il minimo, visto che lo Stato non lo fa». Giovanni Florio ringrazia il sindaco: «Avrei riportato a casa mio zio anche senza alcun contributo. Non credo neanche che questa sia una storia da giornale ma se può servire a qualcuno per aiutarlo a ritrovare un suo caro ben venga».