Cuneo, 28 luglio 2015
Gentilissimo Roberto,
rinnovo prima di tutto il più sincero apprezzamento per il tuo nobile impegno, che è sostegno per tante famiglie italiane e, soprattutto, è testimonianza costante della cittadinanza attiva da te costantemente alimentata a difesa dei diritti fondamentali della persona.
La settimana scorsa sono stata in Germania ed ho potuto finalmente portare per la prima volta, dopo 72 anni dalla morte, il saluto affettuoso della famiglia sulla tomba dello zio, Alfano Rinaldi.
Lo zio, fratello di mia madre che è oggi 88 enne, in tutti questi anni è rimasto nel limbo dei ”dimenticati di stato”, per quanto in famiglia ci fossimo attivati per sapere e per ritrovarlo. Ma la memoria di lui è rimasta sempre viva e dolorosa nei nostri cuori come anche nel cuore del suo paese natio, alimentandosi di generazione in generazione.
Grazie al tuo prezioso lavoro di ricerca e di documentazione, solo da poco ci è stata resa nota la collocazione delle sue spoglie che sono state traslate nel Cimitero Militare Italiano d’Onore in Amburgo (campo 1, fila G, numero 22) dopo la prima sepoltura a Bergen Belsen.
E così, grazie alle puntuali informazioni che mi hai fornito con grande sollecitudine e affetto, ho potuto agevolmente e con grande emozione intraprendere finalmente il viaggio per giungere fino a lui, attraversando le stesse terre straniere da lui attraversate e provando a immaginare la drammaticità del suo distacco.. dalla sua terra.. dai suoi affetti dal suo futuro.
Lo zio era nato a Telese (provincia di Benevento) il 3 marzo del 1923; fu fatto prigioniero nel 1943 mentre veniva trasferito in treno da Caserta (sua sede militare) in Grecia; fu quindi portato nel campo di Bergen Belsen dove, dopo fatiche e sofferenze inimmaginabili morì il 22 ottobre del 1944. Da quel momento non si seppe più nulla di lui: era disperso, dissero. Ai suoi cari rimasero solo poche strazianti lettere, che testimoniavano l’orrore di quei mesi di prigionia e la sorte condivisa con tanti altri giovani..
Lo scorso martedi 22 luglio sono dunque entrata nel Cimitero di Amburgo e l’emozione è stata grande .. Ancora più grande è stata quella di entrare nel silenzio del Campo Militare Italiano.. vedere la distesa di tombe disposte dignitosamente intorno alla croce.. posare gli occhi finalmente su quella dello zio .. e potervi appoggiare le mani..
Con questo contatto, simbolico ma anche profondamente concreto, ho chiuso quel cerchio che era stato spezzato violentemente. E’ stato commovente compiere un atto tanto desiderato, per esprimergli a nome di tutta la famiglia l’infinito sentimento di amore, di riconoscenza, di tristezza e nel contempo anche di gioia per quell’esserci ricongiunti fisicamente.
Grazie ancora Roberto per averci dato modo di rinnovare e di condividere, anche con questo breve racconto e con alcune foto che lo corredano, il ricordo dell’amore per la vita che animava un bel ragazzo di 20 anni , allegro, sognatore, già grande lavoratore, del quale la mamma e le mie due zie spesso ci hanno raccontato in questi anni.
Un caro saluto e l’augurio di buona continuazione per questo tuo impegno che vedo rivolto a ulteriori problematiche che meritano attenzione, come quella recentemente aperta in merito al rimpatrio dei poveri resti e che auspica la sensibilizzazione ed il coinvolgimento morale ed economico delle Amministrazioni comunali.
Maria Grazia Tomaciello
Rinaldi Alfano, nato il 3 marzo 1923 a Telese (Benevento). Deceduto il 27 ottobre 1944. Inumato in prima sepoltura nel cimitero russo di Bergen Belsen. Riesumato e traslato ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 1 / fila G / tomba 22.


