28 agosto 2015
Grazie di cuore… oggi, con emozione, ho detto a mio papà: “abbiamo una tomba su cui portare quel fiore che nonna Emilia non ha mai potuto portare…” Mio padre ha pianto, con i suoi quasi 78 anni, il più longevo di questa famiglia che arriva dalle Langhe.
Non capivo come facesse ad avere così tanto amore e riconoscenza per quello zio che quando è partito lo ha lasciato piccolo. Mi ha detto asciugandosi il viso e con la voce rotta che quando lui è nato ( 12-11-1937 ) la sua mamma aveva pochissimo latte e in primo inverno, lo zio Luigi, che aveva 14 anni, si faceva a piedi 3 colline per recuperare un po’ di latte per quel neonato tanto piccolo e bisognoso di mangiare… già, forse se non avesse avuto la costanza di quelle spole con quel prezioso alimento, magari mio papà non avrebbe continuato la sua vita, io oggi non sarei qui a scrivere… e il destino ha guidato i miei passi nel prendere contatto con questo gruppo proprio 2 giorni fa, senza saperlo, il 26 agosto: la data della sepoltura di Luigi è proprio un 26 agosto di 72 anni fa!!! “Cercatemi, voi che non mi avete mai dimenticato, mettetevi il cuore in pace perchè io lo sono…” mio fratello he detto che farà visita al nostro antenato. Gli ho detto di portare un pugno della sua terra, perchè così tutto sarà compiuto… a nome di tutta la nostra famiglia, in ricordo di chi è passato oltre, di tutti quelli che sono rimasti senza tomba ma tutti uniti nel ricordo di una storia che non dovrebbe mai smettere di essere raccontata, il più sincero abbraccio di riconoscenza, soprattutto a nome di Luigi Olivero!!!!
Bruna Olivero
Olivero Luigi, nato il 27 marzo 1923 a Lequio Berria (Cuneo). Internato nello Stammlager X B di Sandbostel – Matricola 26200. Deceduto il 24 agosto 1944.
Sepolto nel cimitero di Sandbostel (Bassa Sassonia).
Riesumato e traslato ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 2 / fila O / tomba 25. Fonti: Ministero della Difesa, Ufficio Informazioni Vaticano per i Prigionieri di Guerra.
ANIME IN CIELO… 25 APRLIE 1945: LA GUERRA E’ FINITA!!!
Così si chiudeva la pagina più nera della nostra storia.
Storditi, persi nell’oblio della notte più lunga, sopravvissuti alla follia di chi mandò a morire un’intera generazione di giovani che avevano solo l’obbligo di obbedire per poter sperare di fare ritorno a una casa dove padri, madri, spose devote, attendevano chi invece troppe volte non bussava più alla porta…
Nella scatola di cartone dove conserviamo le foto in bianco e nero della nostra “piccola storia”, ingiallite dallo scorrere dei decenni, ci sono un paio di lettere di Luigi, classe 1923, fratello di mio nonno.
Strappato dalle colline di langa, mandato a combattere un nemico che probabilmente aveva i suoi stessi occhi poco più che bambini, costretto a partire, perchè anche lui non poteva scegliere.
Venne fatto prigioniero e segregato con altri uomini a cui un destino malvagio aveva fatto lo stesso tetro regalo.
Sono solo poche righe, scritte a matita, dove mandava baci a una mamma che pregava ogni ora di sentire ancora la voce gioiosa di chi ritorna per non partire più. Insieme a quelle lettere, però, abbiamo una busta che contiene un foglio dattiloscritto dove viene comunicato che Luigi, dal campo di prigionia in Germania, dove era stato trasferito, non sarebbe mai più tornato.
Tante volte ho sentito il racconto di quanto questa lettera era rimasta ferma nell’ufficio del comune, perchè lì, in quel piccolo paese dove si conoscevano tutti per nome, nessuno aveva ancora avuto il coraggio di recapitarla alla famiglia. Mi raccontavano di nonna Emilia, che era andata a comprare una camicia nuova per lui, così quando tornava, aveva qualcosa di “SOLO SUO”, perchè i vestiti, specialmente se eri il più piccolo di casa, erano già consumati dai fratelli che ti avevano preceduto: una camicia nuova, chiusa in una carta marrone e legata con uno spago, come il più bel pacchetto che sognavi di poter aprire in una sera di Natale…
nessuno voleva dire alla mia bisnonna che quel regalo non lo avrebbe mai potuto consegnare. Nemmeno un fiore, nemmeno una tomba su cui pregare: lacrime e sangue che hanno segnato la nostra storia, comune a altre migliaia di storie, per dare onore e gloria a questa nazione che oggi ha i colori sbiaditi di un passato che purtroppo, con gli anni, non ci fà nemmeno più riflettere…
Bruna Olivero (pronipote del Caduto)


[…] Luigi Olivero – Ora i parenti sanno dove portare un fiore […]
"Mi piace""Mi piace"