16 ottobre 2015
Ho cercato di trovare Anna Campaiola per dirle che mi aveva fatto piangere di commozione leggendo il suo scritto che così bene esprime la sorte di quelli che quella guerra ingiusta travolse: io non ho diretti ricordi di guerra ma l’ingiustizia prima e l’esilio poi mi hanno insegnato cosa sono certi dolori e avrei voluto dirle che le sono vicino: non l’ho trovata: se ne parli tu, non mi potrà altro che far piacere.
Riccardo Gorini
Questo è ciò che si può trovare nei cimiteri militari italiani.
Tra due lastre di plexiglass, davanti ad una lapide nel Cimitero militare italiano d’onore di Francoforte sul Meno, la struggente lettera di una figlia al padre.
Si tratta della tomba del Caduto Luigi Campaiola, che era nato il 5 luglio 1914 a Teano, in provincia di Caserta. Soldato del 14° Reggimento di Fanteria era stato fatto prigioniero dai tedeschi sul fronte greco il 14 settembre 1943 ed internato negli Stalag II B e VI D. A causa di una malattia, era morto il 14 aprile del 1944 a Bochum-Gerthe. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero centrale di Bochum, le sue Spoglie furono esumate e traslate dal Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra a Francoforte sul Meno / Friedhof Westhausen / Cimitero militare italiano d’onore (Germania) ed inumate alla posizione tombale: riquadro Q / fila 5 / tomba 4. Fonti: Ministero della Difesa, Archivio Anrp, Deutsche Dienststelle (WASt).
Nel 2014 …
Per il mio papà Luigi.
Papà, in questo piccolo nome c’è tutto.
Sei l’albero della mia vita, che la guerra me lo ha stroncato a soli trent’anni.
Quando sei partito, io avevo solo 40 giorni, ero un piccolo ramoscello del tuo albero.
Hai combattuto per tre anni e mezzo, poi i tedeschi ti hanno tenuto prigioniero, condannato ai lavori forzati, facendoti soffrire fame, sete e tutto quello che un essere umano ha bisogno.
Ti hanno privato degli affetti più cari, soprattutto di me e la mamma.
Sei morto il 14 aprile 1944.
La sfortuna è ancora poca per me, perché cinque mesi dopo muore anche la mamma.
Sono rimasta sola con la nonna, sono cresciuta e il tuo ramoscello è diventato un albero bello come te, mi sono sposata e ho fatto due figli stupendi che hanno colmato il mio cuore di gioia.
Tuo nipote Carmelo mi ha fatto questo regalo di trovarti e a 70 anni sono ormai vecchia però ho il piacere di chiamarti Papà per la prima volta, nel mio cuore c’è una grande gioia.
Per sempre il tuo tesorino Anna (sono felice per il nome che tu hai scelto per me).
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