In questi giorni, tra le richieste di ricerca e ricostruzione delle vicende dei nostri Caduti, ne ho ricevuta una su un Caduto nativo della provincia di Reggio Emilia da parte della nipote (Marisa Nizzoli).
Si trattava dello zio della scrivente del quale si sapeva a grandi linee che era stato fatto prigioniero ed internato in Germania. Mi allegava una lista di prigionieri (si trattava di una lista di prigionieri impiegati presso la Todt) chiedendomi se dai dati e dal documento era possibile stabilire qualcosa di più.
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Lo zio, Bacchi Otello era nato a Boretto (Reggio Emilia) il 26 marzo 1919. Soldato del 6° Reggimento Artiglieria Guardia alla Frontiera era stato fatto prigioniero a Merano (Bolzano) il 9 settembre 1943 ed internato in Polonia nello Stalag II B di Hohenstein (in polacco Swietajno – Voivodato di Varmia-Masuria). Trasferito in Germania nello Stalag VI J di Fichtenhain (Nord Reno-Vestfalia) era stato impiegato presso un Comando di lavoro dell’Organizzazione Todt (O.T. – Lager Hülser Bruch). Poi trasferito allo Stalag VI C di Bathorn (Bassa Sassonia) era morto per malattia a Fullen il 15 novembre 1944. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero militare italiano di Gross Fullen era poi stato esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Ojendorf) alla posizione tombale: riquadro 3, fila f, tomba 24.
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Anche il papà di Marisa aveva rischiato di finire in Germania quel fatidico 8 settembre del 1943, ma un sant’uomo lo aveva nascosto, sottraendolo cosi ad un mare di sofferenza e, nel peggiore dei casi, anche alla morte.
Per questo, Marisa avrebbe piacere di conoscere chi in quei giorni infausti riuscì a salvare la vita al suo papà. Questo l’appello.
Stimatissimo Roberto Zamboni, molte grazie per la risposta inviatami, Bacchi Otello richiamato nella risposta è il fratello di mia madre . Devo ringraziare per la descrizione del viaggio che ha portato lo zio Otello da Merano alla sua infausta destinazione fino al campo di concentramento della morte di Fullen. Mia mamma era la fonte delle notizie riguardanti Otello, però mai ha riferito che il calvario dello zio lo aveva portato prima in Polonia poi in Germania. Il mio appetito di curiosità mi spinge a chiedere se è possibile postare nel sito da Te gestito, “Dimenticati di Stato” la richiesta di informazioni.
Mio padre Marino Nizzoli, caporal maggiore, in forza alla 4° sussistenza 1° compagnia dist. Varna Bolzano era distaccato presso un fornaio di Bolzano tale COLETTI. Il Sig. Coletti ha aiutato mio padre a nascondersi, l’8 di settembre del 1943, per evitare la deportazione in Germania. Stante il lungo periodo di tempo trascorso spero che qualcuno abbia memoria di questo benefattore e che si faccia vivo.
Ringraziando di cuore per l’attenzione porgo Cordiali Saluti.
Marisa Nizzoli
Mio padre, Mario Bianchini, era s.ten della Guardia alla Frontiera a Merano. E’ stato fatto prigioniero subito dopo l’8 settembre 1943 è stato prigioniero, prigioniero a Deblin, in Polonia, Tra le lettere dalla prigionia, una, inviata da mia madre e rinviata al mittente dagli Alleati, il 7-2-’45, è indirizzata a Bathorn Post Hoogstede, stalag VI C. E’ possibile che sia stato con Otello Bacchi? Ho appena pubblicato -“Brodetto ottobrino, consommè di carotine”- un memoriale scritto in cattività e subito dopo la liberazione da mio padre -deceduto nel 1996-. Mi farebbe piacere, se possibile avere altre notizie, oltre quelle contenute nello scritto e raccontate da lui. Grazie. Luigi Maria Bianchini
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