Rimpatri da Amburgo

Riporto i nomi dei sei Caduti rimpatriati dal Cimitero militare di Amburgo con destinazione il centro-sud Italia:

Amatruda Salvatore Alfonso, nato il 14 settembre 1904 a Minori (Salerno). Marinaio (Cannoniere). Fatto prigioniero dai tedeschi sul fronte greco-albanese l’8 settembre 1943 ed internato in Germania (Distretto Militare VI di Duisburg). Morto a Duisburg il 1° febbraio 1945 (nel 1944 venne dichiarato disperso e nel 1945 il Ministero della Guerra – in collaborazione con quello tedesco – accertò la causa della morte e il ritrovamento della salma a Duisburg). Sepolto ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 4 / fila R / tomba 10.

Basili Simeone di Luigi, nato il 9 maggio 1918 a Mandela (Roma). Soldato dell’8° Reggimento Artiglieria Divisione Fanteria / 114° Gruppo/ 2° Battaglione / Posta Militare n° 106. Matricola del Distretto Militare di Roma: 12149. Fatto prigioniero dai tedeschi l’8 settembre 1943 ed internato in Germania nello Stalag VI J di Fichtenhain. Morto il 26 o 27 settembre 1944. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero Evangelico di Duisburg. Esumato e traslato ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 4 / fila T / tomba 50.

Carlomagno Antonio, nato il 2 agosto 1911 a Lauria (Potenza). Soldato del 47° Reggimento di Fanteria. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 sul fronte montenegrino ed internato in germania. Morto il 13 dicembre 1944. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero Militare Italiano di Gross Fullen. Esumato e traslato ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 3 / fila H / tomba 1.

Guadagno Salvatore, nato il 23 novembre 1923 a Pollena Trocchia (Napoli). Soldato del 6° Reggimento Bersaglieri. Morto il 4 novembre 1944. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero Schalke di Gelsenkirchen. Esumato e traslato ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 3 / fila U / tomba 46.

Macera Giovanni, nato il 29 maggio 1913 a San Giorgio a Liri (Frosinone). Soldato del 12° Reggimento di Fanteria. Fatto prigioniero dai tedeschi ed internato in Germania nello Stalag XI B di Fallingbostel e nello Stalag X B di Sandbostel. Impiegato presso l’Arbeitskommando n° 6226 di Braunschweig-Gliesmarode. Morto a Braunschweig (Bassa Sassonia) il 19 maggio 1944. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero cattolico di Braunschweig. Posizione tombale: blocco di destra, fila 4, tomba n°51. Esumato e traslato ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 1 / fila L / tomba 14.

Masci Giuseppe di Giuseppe, nato il 1° luglio 1906 a Gioia del Colle (Bari). Residente in Vico Fata, 27. Brigadiere dei Carabinieri. Matricola 196809. Internato nello Stalag XI B di Fallingbostel. Morto nello stesso lager (baracca 30) il 20 gennaio 1945 alle ore 09.00. Causa della morte: tifo addominale, miocardite e broncopolmonite. Inumato in prima sepolture nel Cimitero di Orbke (800 metri nord-est dallo Stalag di Fallingbostel). Posizione tombale: tomba n° 620. Esumato e traslato ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 1 / fila K / tomba 28.


Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo

Rimpatriati i resti del Bersagliere Salvatore Guadagno

Guadagno Salvatore, nato il 23 novembre 1923 a Pollena Trocchia (Napoli). Soldato del 6° Reggimento Bersaglieri. Morto il 4 novembre 1944. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero Schalke di Gelsenkirchen. Esumato e traslato ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 3 / fila U / tomba 46.


Cercola ricorda Salvatore Guadagno, il martire del nazismo

Tornato a casa il Brigadiere Masci

Masci Giuseppe di Giuseppe, nato il 1° luglio 1906 a Gioia del Colle (Bari). Residente in Vico Fata, 27. Brigadiere dei Carabinieri. Matricola 196809. Internato nello Stalag XI B di Fallingbostel. Morto nello stesso lager (baracca 30) il 20 gennaio 1945 alle ore 09.00. Causa della morte: tifo addominale, miocardite e broncopolmonite. Inumato in prima sepolture nel Cimitero di Orbke (800 metri nord-est dallo Stalag di Fallingbostel). Posizione tombale: tomba n° 620. Esumato e traslato ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 1 / fila K / tomba 28.


Seconda guerra mondiale. A Cetraro il saluto al carabiniere Giuseppe Masci

Risolto il mistero dell’Ignoto di Giovi


Due anni fa …

Ricevo e pubblico…

Buongiorno

Cerco notizie per dare un’identità all’ignoto che fu ucciso in treno alla stazione di Giovi (Arezzo) la domenica mattina del 19 marzo 1944 e seppellito nell’omonimo cimitero. Testimoni del tempo mi hanno riferito che fu ucciso da un “facinoroso” della zona che faceva controlli alla ricerca di disertori e che, con la fine della guerra , scappò in Veneto e non fu più visto. Sembra che il giovane ucciso fosse privo di documenti, vent’anni ed anche ben vestito. La ferrovia in questione collega Arezzo all’alto Casentino, via di transito per la Romagna o semplicemente per raggiungere le bande partigiane della zona. Ho fatto numerose infruttuose ricerche, anche negli archivi della polizia fascista ma dell’episodio non c’è traccia, solo un accenno nel libro dei morti della Parrocchia di Giovi oltre alla tomba nel cimitero. Navigando in internet ho visto un appello per ricercare un giovane siciliano che avrebbe cercato di raggiungere la propria madre in un paese del ravennate (Alfonsine ?). Purtroppo non sono riuscito più a trovarlo. Che ne pensa? Mi può aiutare ??

La ringrazio per l’attenzione

Roberto Carnesciali

30 settembre 2015

Ho trovato un documento in una ricerca sulla ferrovia del Casentino, un articolo de La Nazione, su un processo in cui si ricostruisce l’episodio in cui l’ignoto dichiara di chiamarsi Pietro Montagna da Pavia. Resta da capire se sia un nome vero o falso.

Roberto Carnesciali


26 settembre 2017

 

Articolo di Luca Serafini

De Checchi Gelindo

Buongiorno sono Lorena De Checchi nipote di De Checchi Gelindo caduto nella seconda guerra mondiale e sepolto a Francoforte. Ieri ho fatto visita al nonno al cimitero militare italiano friedhof westhausen. La ringrazio di cuore anche da parte della mia famiglia per il suo importante lavoro che ci permette di trovare i nostri familiari. Un grazie pieno.


De Checchi Gelindo, nato il 25 aprile 1912 a Loreggia (Padova). Soldato del 72° Reggimento di fanteria. Catturato dopo l’8 settembre 1943 sul fronte greco-albanese ed internato in Germania. Morto il 1° gennaio 1945. Causa della morte: bombardamento aereo. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero comunale di Alsenz (Renania-Palatinato). Esumato e traslato a Francoforte sul Meno / Friedhof Westhausen / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro B / fila 3 / tomba 21. (Richieste informazioni in Vaticano da De Chiecchi Pierina / Loreggia – Padova).


Questo slideshow richiede JavaScript.

Il ritorno dell’Alpino Germano Grua

Montaione, 20 settembre 2017   –   Famiglia Grua / Montaione (Asti)

Ritorno a casa dell’Alpino Germano Antonio Francesco Grua dopo 73 anni

Inviamo la presente per informare le S. V. che sabato 23 settembre 2017, alle ore 15, presso la Chiesa Parrocchiale Sant’Antonio Abate in Montabone si terrà la Messa di commemorazione dell’Alpino Grua Germano, caduto nella Seconda Guerra mondiale.
Attualmente i Resti mortali dell’Alpino, giunti dalla Germania dopo 73 anni, sono custoditi nella Sede Alpini di Terzo (Alessandria).
Dopo la Funzione, i resti mortali di nostro zio riposeranno in pace accanto ai suoi adorati genitori e fratello nella tomba di famiglia sita nel Cimitero di Montabone (Asti).

L’Alpino Grua Germano era nato il 6 dicembre 1923 a Montabone. Arruolato nel 1° Battaglione Alpini, internato in Germania nello Stammlager X e deceduto per malattia il 23 novembre 1944.

La nostra riconoscenza va alle Istituzioni ed a quanti hanno partecipato al rimpatrio di nostro zio.

Un sincero ringraziamento a quanti vorranno partecipare alle esequie di un giovane soldato morto per la Patria.

Famiglia Grua


Germano Grua

Storia di un giovane Alpino morto per la Patria

Germano Antonio Francesco Grua nacque a Montabone il 6 dicembre 1923, figlio di Pietro Grua e Maria Tersilla Berutti.
Figlio di contadini, dimostrò da sempre una buona predisposizione agli studi.
Frequentava il Liceo Classico Parodi di Acqui Terme quando fu chiamato dal Servizio di Leva.
Dopo il Servizio di Leva fu richiamato in guerra nel 1943 e spedito a combattere per la Patria.
In un primo momento fu mandato in Trentino, vicino a Bolzano, ma insieme a molti compagni furono catturati dai tedeschi.
Internati, nello Stalag morì il 23 novembre 1944, per malattia.
A causa delle pessime condizioni di vita e del duro lavoro nel campo di concentramento si ammalò di tubercolosi.
Nelle sue lettere alla madre, al padre e al fratello, cercava sempre di rassicurarli dicendo loro che stava bene, mangiava, ma in realtà la fame, il duro lavoro, la sofferenza per la lontananza dai suoi cari, lo hanno portato alla morte.
Chiedeva costantemente alla sua famiglia delle loro condizioni di salute, diceva loro di star tranquilli che lui stava bene e aveva tanti amici, tra cui molti compaesani.
Chiedeva al babbo di conservargli una buona bottiglia di Dolcetto che avrebbero bevuto insieme in allegria.
Chiedeva se i raccolti erano stati buoni e se le ciliegie eranodeliziose come sempre.
Domandava alla madre se faceva le frittelle e sognava di mangiarle.
Sperava di tornare e di ruabbracciare suo fratello Guido Grua. Si raccomandava con il fratello di prendersi cura dei genitori, ma era certo che lo faceva nel miglior dei modi.
Mandava saluti a tutti, parenti, amici e compaesani.

La sua famiglia, appresa la notizia della sua morte, fu distrutta dal dolore.
Per loro non fu possibile rimpatriare le sue Spoglie per problemi burocratici.

Nel 2015 noi nipoti siamo venuti a conoscenza dal giornale “l’Ancora” del rimpatrio dell’Alpino Quinto Perotti.
Grazie alle informazioni della famiglia Perotti abbiamo iniziato le domande per il rimpatrio e dopo quasi due anni tutto questo è stato possibile.

Grazie per averci aiutato a rendere omaggio a nostro zio.

Germano Grua
Antonella Squillace
Mariangela Grua
Valentina Grua

Sono rientrate da Amburgo le Spoglie del Soldato Torricelli

Angelo Torricelli, figlio di Paolo, nato a Nibionno (Lecco) il 9 settembre 1923 era un soldato del 26° Parco Automobilistico Speciale e si trovava alla data dell’8 settembre 1943 a Tirana. Fatto prigioniero dai tedeschi, venne internato in Germania nello Stalag XI B di Fallingbostel. Morì il 13 agosto 1944 a Bergen Belsen (Bassa Sassonia) e venne inumato in prima sepoltura nel cimitero del campo (Waldfriedhof – blocco I, fila 1, tomba n°17). Nella seconda metà degli anni ’50 venne esumato e traslato dal Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo alla posizione tombale: riquadro 1 / fila D / tomba 15.

Ora le Spoglie di Angelo Torricelli riposano nel Cimitero di Veduggio.

Un ringraziamento va a tutti coloro (Mario Alberti, Gruppo Alpini, Autieri, Protezione Civile, ecc.) che si sono adoperati per il rimpatrio delle Spoglie mortali di questo Caduto.

Questo slideshow richiede JavaScript.

Salvatore Alfonso Amatruda è tornato a casa

Amatruda Salvatore Alfonso, nato il 14 settembre 1904 a Minori (Salerno)

Amatruda Salvatore Alfonso, nato il 14 settembre 1904 a Minori (Salerno). Marinaio (Cannoniere). Fatto prigioniero dai tedeschi sul fronte greco-albanese l’8 settembre 1943 ed internato in Germania (Distretto Militare VI di Duisburg). Morto a Duisburg il 1° febbraio 1945 (nel 1944 venne dichiarato disperso e nel 1945 il Ministero della Guerra – in collaborazione con quello tedesco – accertò la causa della morte e il ritrovamento della salma a Duisburg). Sepolto ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 4 / fila R / tomba 10.

Cimitero Militare Italiano d’Onore di Amburgo – Marinaio Amatruda Salvatore Alfonso (foto Franco Roscini)

Ricostruzione di Chiara Amatruda

Tra febbraio e marzo 2016 avviai regolare richiesta al Ministero della Difesa per il tramite del Commissariato Generale per le onoranze ai Caduti per poter riesumare e traslare in Italia i resti del nonno paterno, il marinaio cannoniere Salvatore Alfonso Amatruda, nato a Minori il 14 settembre 1904. Il nonno, effettivo al Comando Marina “Navarrino”, fu impegnato sul fronte greco-albanese dove nel 1943 fu catturato dai Tedeschi e deportato in Germania come prigioniero. Qui fu destinato a un un campo di concentramento e di lavoro finché, come risulta dagli atti a disposizione, morì a Duisburg il 1 febbraio 1945 per eventi bellici, verosimilmente sotto i bombardamenti anglo-americani. Fu poi sepolto nel Cimitero Militare Italiano di Amburgo. Per un certo periodo per la comunità minorese e per la sua stessa famiglia risultava “disperso” ( ne è testimonianza la lapide che commemora i Caduti della II Guerra Mondiale collocata presso l’edificio comunale) finché negli anni Cinquanta a sua moglie, Chiara della Mura, furono recapitate la fede nuziale e la piastrina con numero di immatricolazione e al Comune fu comunicato data e luogo del decesso. Da quel momento mio padre Costantino, uno dei suoi dei figli, si adoperò alacremente per rintracciare il luogo di sepoltura e provvedere al rimpatrio ma la sua prematura e improvvisa morte nel 1979 interruppe questa iniziativa. Io, figlia di Costantino, per onorare quella fervida volontà paterna e per mantenere fede a una promesso a un caro zio, morto quasi 2 anni fa, Gennaro, il fratello a cui mio padre era più legato, ho preso in mano carta e penna, anzi computer e posta elettronica e ho cominciato ad affrontare l’iter burocratico con la consulenza di Roberto Zamboni, un veronese, che ha dedicato gran parte del suo tempo libero per rintracciare il luogo di sepoltura di tutti i caduti italiani e le cui ricerche sono riportate integralmente nel suo sito Dimenticati di Stato. Dopo essere così venuta a conoscenza che la tomba del nonno si trovava ad Amburgo ed aver ricevuto anche foto della sua tomba, confermata dalla tenacia di altre famiglie che già erano riuscite nell’intento, la macchina burocratica è partita e da marzo 2016 ora è finalmente arrivata a destinazione: il 20 settembre p.v. la cassetta ossario coi resti mortali del nonno arriverà al Mausoleo delle Fosse Ardeatine a Roma direttamente dal Cimitero Italiano di Guerra di Amburgo insieme ai Resti di altri Caduti italiani rimpatriati. I miei familiari, accompagnati da una rappresentanza del Comune, andranno ad accogliere l’urna e a riportarla a Minori, dove, una volta depositata in un luogo degno e sacro, il 22 ottobre, riuniti tutti i familiari del Caduto vicini e lontani, si terrà una cerimonia civile e religiosa, a cui seguirà il rito di sepoltura nella tomba di famiglia accanto a sua moglie e ai suoi figli. Questa vicenda però si arricchisce di un ulteriore particolare umano e affettivo: mio nonno, quando fu arruolato, aveva lasciato sua moglie incinta dell’ultimo figlio, Salvatore, che poi nacque nel 1942 senza mai aver conosciuto il padre. Ed è proprio a lui, accompagnato da altri nipoti del Caduto, che daremo la consolazione e anche comunque la commovente gioia di riabbracciare per così dire il suo papà.

Chiara Amatruda

Le Spoglie del Soldato Salvatore Alfonso Amatruda rimarranno esposte nella Basilica di Minori fino al 22 ottobre

Foto tratta da http://www.gazzettadisalerno.it

amatruda 2

Dopo 70 anni, ritrovata la tomba di un lavoratore coatto vicentino

Ricevo da Enrico Costa, Vicesindaco di Mason Vicentino, la storia di Giuseppe Groppo, rastrellato ed imprigionato come lavoratore coatto in Austria.
Grazie al lavoro di ricerca storica di Rudolf Leo, dopo più di 70 anni la famiglia ha potuto avere notizie del congiunto e conoscere anche il luogo di sepoltura.

Il filmato è tratto da “Bassano Notizie”.


Agosto 2017, Fusch (Austria) – Cerimonia in ricordo di Giuseppe Groppo, morto durante la fuga dal campo di lavoro nel 1944 a soli 17 anni.

 

Angelo Berardi sulla tomba del fratello

21.08.2017

Buongiorno, vorrei sapere il rifermento tombale del militare sepolto a Francoforte sul Meno Berardi Ivo n. 391 nell’elenco, perchè il 6 settembre porterò mio padre Berardi Angelo a vedere dove è stato sepolto il fratello morto in guerra. Grazie
Sabrina Berardi

12.09.2017

Buonasera, grazie alle informazioni che mi hai inviato siamo riusciti a trovare la tomba di mio zio e per mio padre è stata un’emozione poter vedere dove era seppellito il fratello e poter lasciare un fiore sua tomba.

Berardi Ivo, nato il 17 settembre 1921 a Sogliano al Rubicone (Forlì). Soldato. Guardia alla Frontiera. Morto il 6 marzo 1945 (T. L. di Forlì, al rientro dalla prigionia riferiva che il Berardi era morto per tubercolosi il 7 marzo 1945) presso l’Ospedale di Kirchen (Siegen) per meningite tubercolare (testimonianze sulla morte avute da C. S. / Sogliano (Forlì) e L. G. / Casole Cesena (Forlì), inviate al Vaticano nel 1946). Inumato in prima sepoltura nel Cimitero Wehbach di Kirchen Sieg (Renania-Palatinato). Esumato e traslato a Francoforte sul Meno / Friedhof Westhausen / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro A / fila 7 / tomba 10.


 

Angelo e Sabrina Berardi sulla tomba di Ivo

Anche Romeo Mariucci ora ha un volto

Buonasera,
grazie al vostro sito sono riuscito a rintracciare lo zio di mio papà: Mariucci Romeo. Invierò a breve la richiesta per il numero della posizione tombale.

Emilio Mariucci


Mariucci Romeo, nato il 19 marzo 1914 a Sigillo (Perugia).

Soldato del 52° Reggimento di Fanteria.

Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 ed internato in Polonia nello Stalag VIII A di Görlitz.

Morto a Görlitz (ora Zgorzelec – Voivodato della Bassa Slesia) il 6 settembre 1944 (in alcuni documenti risulta come data di morte il 4 o il 5).

Inumato in prima sepoltura nel Cimitero di Görlitz-Moys.

Esumato e traslato a Bielany-Varsavia / Cimitero militare italiano (Polonia).

Inumato in mausoleo.

Posizione tombale da richiedere al Ministero della Difesa.

 

Sepolti come “soldati ignoti”. Ora hanno un nome

Franco Roscini è un uomo combattivo e con un carattere forte. Questo carattere probabilmente l’ha sviluppato anche perché orfano di guerra.

Il suo papà Alberto, classe 1907, Sergente Maggiore della 108a Legione della Milizia Volontari Sicurezza Nazionale, fu infatti catturato dai tedeschi il 12 settembre 1943 sul fronte croato (Ragusa-Dalmazia) ed internato in diversi campi di concentramento, prima in Polonia e poi in Germania.

In Polonia venne internato nello Stalag II D di Stargard (Pomerania Occidentale) per poi essere trasferito in Germania negli Stalag II C di Greifswald, XII A di Limburg, VI C di Bathorn ed infine nello Stalag VI J di Fichtenhain, con numero di matricola 104962.

Da quest’ultimo campo, venne decentrato in alcuni comandi di lavoro (tra cui l’Arbeitskommando 127 di Krefeld-Fichtenhain) fino a quando fu impiegato al lavoro nei pressi di Colonia, a Bensberg, ed alloggiato con i suoi commilitoni italiani nella sala di un cinema dismesso.

Dalla sua cattura erano ormai passati otto mesi, otto mesi di sofferenze e patimenti, ma la liberazione da parte delle truppe anglo-americane si avvicinava sempre più.

Il 12 aprile 1945, gli alleati iniziarono un pesante cannoneggiamento su Bensberg, bersagliando anche l’edificio dove dormivano i prigionieri italiani.

Ben quindici nostri connazionali trovarono la morte sotto questo inferno di fuoco, tra questi anche il papà di Franco.

Questi quindici ragazzi furono sepolti, grazie alla misericordia del parroco locale Joseph Roderburg, nel Cimitero di Bensberg.

Alberto Roscini con la Medaglia d’Onore alla Memoria

La mamma di Franco venne a conoscenza di tutto ciò da un commilitone che al rientro dalla prigionia raccontò quanto accaduto e le consegnò il piastrino di riconoscimento e il portafogli del marito.

In età matura, Franco continuò le ricerche iniziate dalla madre per sapere di più sugli accadimenti e per appurare il luogo di sepoltura del suo papà.

E fu proprio durante queste ricerche che venne a scoprire che i resti del padre, con quelli di altri nove caduti italiani, nel 1956 erano stati esumati dal Cimitero di Bensberg e traslati nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Amburgo.

Pur conoscendo l’identità dei dieci caduti sepolti a Bensberg, ma non avendo trovato sui corpi segni distintivi per il riconoscimento delle singole salme, il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra (ente preposto alla ricerca e alla sistemazione in sacrari dei nostri caduti) si era visto costretto ad inumare i dieci corpi in fosse singole apponendo sopra alla loro sepoltura una lapide con la dicitura “SOLDATO IGNOTO”.

Tomba di un “soldato ignoto” nel Cimitero di Amburgo

Dopo questa scoperta Franco decise che avrebbe riportato a casa le Spoglie mortali del suo papà per poterle inumare accanto a quelle della sua mamma.

Da quel momento sarebbe iniziata la lunga battaglia tra Franco e il Ministero della Difesa per far identificare, tramite l’esame del DNA, l’identità di tutte e dieci le spoglie dei caduti di Bensberg.

Nell’ottobre del 2014 Franco riceve una mail dal Consolato di Hannover che lo riempie finalmente di gioia: “… Gentile Signor Roscini, il Ministero della Difesa ha comunicato a questo Consolato Generale di voler realizzare entro la fine di quest’anno l’operazione relativa agli esami del DNA per individuare con certezza i Resti Mortali di suo padre…”.

E così la mattina dell’11 dicembre 2014 iniziano le esumazioni alle quali seguiranno gli esami del DNA da parte dell’Istituto di Medicina Legale di Amburgo.

Esumazione dei resti dei 10 caduti sepolti come “ignoti”

Dovranno ancora passare sei mesi prima di avere delle risposte certe, ma il 22 maggio 2015 è proprio Franco che con un post su Facebook da la notizia: “Carissimi amici, vi comunico che il risultato dell’esame del DNA per la ricerca dei resti di mio padre ha dato come risultato il 99,99994%. Tomba n. 55, quella in cui sono stati trovati gli oggetti di cui pubblicai a suo tempo le foto e che mi verranno consegnati. Finalmente è giunto il giorno del suo rientro a casa. Lunedì 25 mi recherò a Roma Fiumicino per ritirare la cassetta contenente i resti e la conserverò in casa. Come potrete capire la gioia è infinita perché posso riabbracciare dopo 70 lunghi anni colui che insieme a mia madre mi hanno dato la vita. Il giorno 30 c.m. alle ore 15.30 verrà officiata una cerimonia religiosa presso la Cattedrale di Perugia a cui parteciperanno varie autorità, rappresentanze di combattenti e reduci, il Primario e i due Medici specialisti dell’Istituto di Medicina Legale di Amburgo che hanno effettuato le ricerche, un giornalista ed un fotografo del National Geographic e varie rappresentanze della stampa locale. Un grazie a tutti voi che mi siete stati vicini in questa mia avventura”.

Rientro dei resti mortali del papà di Franco

Ma Franco non si è fermato. Ora vorrebbe trovare i parenti degli altri nove italiani sepolti con il suo papà a Bensberg. Il Ministero della Difesa ha in archivio i nomi dei nove caduti ma, appellandosi alla legge sulla privacy e al contenuto della documentazione di dati sensibili, non può o non vuole comunicarli per una ricerca presso gli uffici anagrafici dei luoghi di nascita. Molto probabilmente il Ministero della Difesa non sa che i documenti contenenti dati sensibili, sensibilissimi e ultrasensibili (nell’ordine: dati giudiziari relativi a provvedimenti di natura penale, dati idonei a rivelare lo stato di salute e dati idonei a rivelare la vita sessuale o rapporti riservati di tipo familiare) possono essere tutelati dalla Legge sulla privacy per non più di 70 anni.Quindi questi documenti dovrebbero (uso il condizionale per scrupolo) essere accessibili a ricercatori o a chi ne fa richiesta motivata.

Franco quindi fa un appello nella speranza che qualcuno dei parenti si faccia vivo…

“Buongiorno. Sono sempre alla ricerca di parenti dei 9 IMI deceduti il 12 aprile 1945 a Bensberg (Colonia) insieme a mio padre durante un bombardamento alleato e classificati come “Soldato Ignoto”. Il Ministero della Difesa Onorcaduti è in possesso dei risultati dell’esame DNA effettuato sui loro resti.

Dei dieci deceduti due (fra cui mio padre) sono stati identificati e rimpatriati. Per qualunque chiarimento sono disponibile a fornire notizie, La mia speranza è di riuscire a dare un nome ai restanti otto soldati ignoti”.

Chi fosse a conoscenza di avere un parente morto il 12 aprile 1945 a Bensberg può contattare Franco a questa mail: izerorsc@alice.it  oppure può scrivermi alla mail dimenticatidistato@gmail.com

Franco Roscini nell’articolo del National Geographic

 

 

 

 

Emanuele Fruhauf è stato sepolto a Monaco

Gentile sig. Zamboni,
innanzitutto grazie per le informazioni che ho trovato sul sito e per il suo lavoro. Mio Nonno materno è sepolto a Monaco di Baviera al cimitero Waldfriedhof. Si chiamava FRUHAUF EMANUELE nato a Pola in Istria; nell’elenco è il 553.

Buonasera
Sono stato al cimitero di Monaco di Baviera Waldfriedhof ed ho trovato la tomba di mio nonno.
E’ stata una grande emozione e un momento di grande commozione.
Grazie ancora per il lavoro che ha svolto per la comunità italiana e per tutti coloro che per lunghi anni non hanno avuto la possibilità di portare un fiore al loro caro morto in guerra.
Mia madre, esule Giuliana, aveva il desiderio di ritrovare la tomba di suo padre e poco prima che morisse mi chiese di continuare a cercare.
Ora ho sciolto questa nodo e promessa.

[…]

Grazie ancora e cordiali saluti. Paolo Francini


Frühauf Emanuele, nato il 31 gennaio 1891 a Pola (Istria). Morto l’8 marzo 1940. Sepolto nel cimitero militare italiano d’onore di Monaco di Baviera (Germania). Posizione tombale: riquadro 4 / fila 2 / tomba 58.