A marzo torna anche Marino Chieregato


27 febbraio 2018

Gentile Sig. Roberto Zamboni,

anche la mia famiglia, grazie agli elenchi da lei stilati e fatti pubblicare dei soldati morti nei campi di concentramento dislocati nei territori del Terzo Reich e sepolti nei cimiteri tedeschi, polacchi e austriaci, ha avuto modo di scoprire dopo 70 anni di ricerca che un proprio congiunto giace sepolto al Cimitero Militare Italiano di Bielany (Varsavia).

Mio padre, unico di nove fratelli del Caduto ancora vivente, con noi tre figlie, ha deciso di attivarsi per ottenere il rimpatrio delle spoglie di Marino (questo è il suo nome) e dopo un’attesa di quasi tre anni per il disbrigo delle pratiche burocratiche necessarie per la traslazione dei resti mortali dal Cimitero di Bielany a quello di Castelguglielmo (RO), paese dove Marino viveva prima di essere chiamato in guerra, il 10 marzo 2018 faremo una bella cerimonia per il rimpatrio del nostro congiunto.

Noi dobbiamo molto a lei e la consideriamo un amico, per questo ci permettiamo di invitarla il 10 marzo prossimo a Castelguglielmo per condividere con noi e con la cittadinanza questo momento così emozionante e denso di significati e di moniti per tutta la comunità, in particolare per gli allievi delle scuole locali che sono attivamente coinvolti in questo evento.

Allego la locandina con il programma della giornata, nel caso volesse prendere in considerazione l’idea di partecipare.

La ringrazio immensamente per quello che fa e le mando un calorosissimo saluto.

Anna Rosa Chieregato


Chieregato Marino, nato il 25 marzo 1921 a Castelguglielmo (Rovigo). Soldato della 73a Compagnia Genio e Chimici. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 ed internato in Polonia nello Stalag VIII A di Görlitz. Morto per malattia a Nowa Ruda / Neuröde (Voivodato della Bassa Slesia – Polonia) il 13 agosto 1944. Sepolto a Bielany-Varsavia / Cimitero militare italiano (Polonia).

Famiglia greca cerca i parenti di un soldato italiano

Il 7° Reggimento di Fanteria “Cuneo” faceva parte del 27° artiglieria e tra il 1942 e il 1943 fu dislocato, con compito di presidio, nelle isole Cicladi (Egeo), precisamente sulle isole di Naxos, Santorini, Ikaria, Andros, Syros e Samo.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 il reggimento venne sciolto ed i suoi militari furono disarmati e fatti prigionieri dai tedeschi.

Alcuni di questi però riuscirono a scappare e furono nascosti dalla popolazione greca per evitare loro la fucilazione o la deportazione in Germania.

Questo accadde anche sull’Isola di Naxos, e precisamente nel villaggio di Moni, dove una famiglia greca decise di dare rifugio (mettendo in pericolo anche la propria vita) a tre italiani: Giovanni, Arturo ed un altro del quale si è persa memoria del nome.

Il capofamiglia, Logothetis Kontopidis, nascose per alcuni mesi in un posto sicuro i tre giovani italiani, mandando quando poteva la figlia Maria a portare loro da mangiare di nascosto.

Tutto ciò andò avanti fino a quando i tre presero la decisione di tentare un ritorno in Italia.

Di questi militari italiani la famiglia di Moni non ne seppe più nulla.

Unico ricordo di uno di questi ragazzi, lasciato alla generosa famiglia greca, era una sorta di piastrino di riconoscimento, prima custodito da Logothetis e poi dal nipote Takis,  figlio di Maria, ora novantenne.

Dopo tanti anni, Takis vorrebbe restituire questo cimelio al legittimo proprietario (o ai suoi eredi) e così conoscere la sorte di questo militare italiano.

Το 7ο Σύνταγμα Πεζικού «Cuneo» ήταν μέρος του 27ου πυροβολικού και μεταξύ 1942 και 1943 ήταν εξάρθρωσε, με ευθύνη επίβλεψης, στις Κυκλάδες (Αιγαίο), και συγκεκριμένα στα νησιά Νάξο, Σαντορίνη, Ικαρία, την Άνδρο, τη Σύρο και Σάμο.
Μετά την ανακωχή της 8ης Σεπτεμβρίου 1943 το σύνταγμα διαλύθηκε και οι στρατιώτες του αφοπλίστηκαν και κρατήθηκαν αιχμάλωτοι από τους Γερμανούς.
Ωστόσο, μερικοί από αυτούς κατάφεραν να ξεφύγουν και να κρυφτούν από τον ελληνικό πληθυσμό για να αποφύγουν τη σκοποβολή ή την απέλασή τους στη Γερμανία.
Αυτό συνέβη και στο νησί της Νάξου, και συγκεκριμένα στο χωριό Μονή, όπου μια ελληνική οικογένεια αποφάσισε να δώσει καταφύγιο (επίσης θέτουν σε κίνδυνο τη ζωή τους) με τρεις Ιταλούς: Giovanni, Arturo, και ένα άλλο από τα οποία έχει χάσει τη μνήμη όνομα.
Ο επικεφαλής της οικογένειας, ο Λογοθέτης Κοντοπίδης, έκρυβε για λίγους μήνες τους τρεις νέους Ιταλούς σε ασφαλές μέρος, στέλνοντας όταν η κόρη τους η Μαρία μπορούσε να τους πάρει για να φάει κρυφά.
Όλα αυτά συνεχίστηκαν έως ότου οι τρεις έκαναν την απόφαση να προσπαθήσουν να επιστρέψουν στην Ιταλία.
Η οικογένεια της Μονής δεν γνώριζε τίποτα για αυτούς τους Ιταλούς στρατιώτες.
Η μόνη υπενθύμιση ενός από τα αγόρια, αριστερά προς τη γενναιόδωρη ελληνική οικογένεια, ήταν ένα είδος αναγνώρισης πινακίδων, πρώτη φρουρείται από Λογοθέτη και στη συνέχεια από τον ανιψιό του Τάκη, ο γιος της Μαρίας, τώρα ενενήντα χρόνια παλιά.
Μετά από τόσα χρόνια, ο Τάκης θα ήθελε να επιστρέψει αυτό το κειμήλιο στον νόμιμο ιδιοκτήτη (ή στους κληρονόμους του) και έτσι γνώριζε τη μοίρα αυτού του Ιταλού στρατιώτη.

“Caro Roberto, sono davvero dispiaciuto di non poter parlare italiano. Ti mando la foto dell’oggetto che ho ricevuto da mio nonno, che aveva nascosto tre soldati italiani nella sua fattoria per 2-3 mesi. Uno di loro ha lasciato questo come ricordo quando hanno cercato di tornare in Italia. Probabilmente i tedeschi li avranno arrestati e li avranno portati in un campo di concentramento, o ancora peggio, li avranno fucilati. Ma non ne siamo così sicuri. Questa è la storia che conosco da mia madre. Uno si chiamava Giovanni l’altro Arturo. Lei non ricorda il nome dell’altra persona. Sono contento di avere un contatto con te. Tutti i miei migliori saluti. Un abbraccio fraterno !!!    Takis Liarmakopoulos ”.

“Αγαπητέ Roberto, λυπάμαι πολύ που δεν μιλώ ιταλικά. Σας στέλνω μια εικόνα του αντικειμένου που έλαβα από τον παππού μου, ο οποίος είχε κρυφτεί τρεις ιταλοί στρατιώτες στο αγρόκτημα του για 2-3 μήνες. Ένας από αυτούς άφησε αυτό ως μνήμη όταν προσπάθησαν να επιστρέψουν στην Ιταλία. Πιθανόν οι Γερμανοί θα τους έχουν συλλάβει και θα τους οδηγήσουν σε στρατόπεδο συγκέντρωσης, ή χειρότερα, θα τους έχουν πυροβολήσει. Αλλά δεν είμαστε τόσο σίγουροι. Αυτή είναι η ιστορία που γνωρίζω από τη μητέρα μου. Ο ένας ονομάστηκε Giovanni η άλλη Arturo. Δεν θυμάστε το όνομα του άλλου ατόμου. Είμαι στην ευχάριστη θέση να έρθω σε επαφή μαζί σας. Με μεγάλη μου χαρά. Μια αδελφική αγκαλιά !!! Takis Liarmakopoulos ”.

Questa ricostruzione è stata possibile ancora una volta grazie alla Rete e ad una segnalazione di un’amica di Facebook (Bruna De Paula) la quale nei giorni scorsi mi ha contattato mettendomi al corrente che su una pagina FB sulla Seconda Guerra mondiale in lingua greca era stata pubblicata la foto di una sorta di piastrino di riconoscimento di un soldato appartenente al 7° Reggimento Fanteria Cuneo, tale Forestieri Giovanni.

Purtroppo su questo piastrino non è riportata la data di nascita del soldato e anche da un controllo fatto nelle banche dati del Ministero della Difesa e tra i documenti dell’Ufficio Informazioni Vaticano per i Prigionieri di Guerra non risulta nulla, né sulla sua eventuale morte, né sulla sua deportazione.

Ora la speranza è quella di rintracciare i parenti di questo militare italiano e metterli in contatto con gli eredi di questa famiglia greca che ha dimostrato la sua umanità e generosità con chi fino al giorno prima era considerato un “invasore”.

Αυτή η ανοικοδόμηση έγινε ξανά χάρη στο δίκτυο και σε μια αναφορά από έναν φίλο του Facebook (Bruna De Paula) που με έστειλε πρόσφατα με λέγοντάς μου ότι σε μια σελίδα του FB για τον Δεύτερο Παγκόσμιο Πόλεμο στην ελληνική γλώσσα δημοσιεύθηκε η φωτογραφία ενός είδους πινακίδας αναγνώρισης ενός στρατιωτικού που ανήκει στο 7ο Συντάγμα του Πεκίνου Cuneo, όπως ο Forestieri Giovanni.
Δυστυχώς, σε αυτό το πιάτο, δεν δίνεται η ημερομηνία γέννησης του στρατιώτη, αλλά και ο έλεγχος γίνεται στις βάσεις δεδομένων του Υπουργείου Άμυνας και μεταξύ των εγγράφων του Βατικανού Γραφείο Πληροφοριών των αιχμαλώτων πολέμου δεν είναι τίποτα, ούτε για ενδεχόμενη θάνατό του, ούτε για την απέλαση του.
Τώρα, η ελπίδα είναι να εντοπίσει τους συγγενείς του ιταλικού στρατού, και να τους φέρουν σε επαφή με τους κληρονόμους της ελληνικής οικογένειας που έχει αποδείξει την ανθρωπότητα και τη γενναιοδωρία του με εκείνους που την προηγούμενη μέρα είχε θεωρηθεί ως «εισβολέα».

Per info: dimenticatidistato@gmail.com
Takis Liarmakopoulos può essere contattato sul suo profilo Facebook
(possibilmente in greco o in inglese):
https://www.facebook.com/takis.liarmakopoulos
Για πληροφορίες: dimenticatidistato@gmail.com
Μπορείτε να επικοινωνήσετε με τον Τάκη Λιραμακόπουλο στο προφίλ του στο Facebook
(ενδεχομένως στα ελληνικά ή στα αγγλικά):
https://www.facebook.com/takis.liarmakopoulos

     


(Stefano Fascetti) – Potrebbe essere utile sapere che un fante Giovanni Forestieri faceva parte della Compagnia Comando del 1° Battaglione comandato dal Ten. Col. Piacentini, di stanza proprio a Naxos. Insieme a lui, nella stessa Compagnia, figurano due “Arturo”: i fanti Arturo Bonfanti e Arturo Sortino. (I dati sono ricavati da “C’era una volta il 7°” di Guglielmo Scalise).

(Stefano Fascetti) – Θα μπορούσε να είναι χρήσιμο να γνωρίζουμε ότι ένας στρατιώτης Giovanni Forestieri ήταν μέλος της Εταιρείας Διοίκησης του 1ου Τάγματος που διοικείται από τον Δέκατα Κοσμήτορα Piacentini, με έδρα τη Νάξο. Μαζί του, στην ίδια Εταιρεία, υπάρχουν δύο “Arturo”: οι πεζάρ Arturo Bonfanti και Arturo Sortino. (Τα δεδομένα λαμβάνονται από το “C’era una volta il 7°” από τον Guglielmo Scalise).

70°

 

Si cercano i parenti di Salvatore Anastasi di Trapani

Ricevo e pubblico

Salve, nel cimitero di Rionero in Vulture (PZ) è sepolto un marinaio caduto nel settembre del 1943, vittima probabilmente di incursione aerea sulla ferrovia.
Il marinaio era probabilmente uno sbandato dopo l’8 settembre, fu ucciso il 15 settembre e sepolto il giorno 20 settembre.
Nei registri del comune di Rionero non ci sono notizie sul militare se non l’anno di nascita e morte e il luogo di decesso e non trovo notizie neanche nelle banche dati online sia tra i caduti che tra i dispersi.

Sono sicuro che la famiglia non ha mai avuto notizie di questo soldato e vorrei approfondire la ricerca per cercare di trovare qualche suo familiare.

Queste le informazioni in mio possesso:

il nome è Salvatore Anastasi di Trapani e l’anno di nascita è 1922.

Il decesso è 15 settembre 1943 sulla ferrovia Foggia-Potenza tra lo scalo di Rionero in Vulture e Forenza.

Allego la foto della tomba del soldato con la foto e copia del registro dei decessi del Comune di Rionero in V. (PZ)
Sicuro di un Vostro interessamento, saluto cordialmente.

Giovanni Marino


Chi avesse notizie per rintracciare i famigliari può contattare Giovanni Marino a questa mail: info@giovannimarino.it

Le ricerche continuano anche in Istria

Da qualche anno, le ricerche sui caduti in prigionia sono portate avanti anche in Istria (prima della Seconda guerra mondiale territorio italiano), dalla Professoressa Dolores Mihelić Malbašić che si sta impegnando per rintracciare i parenti di questi soldati ed informarli che le spoglie dei loro cari sono state traslate in cimiteri militari.

Così, con gli elenchi alla mano, fa di tutto per individuare i parenti di tutti quegli istriani che dopo l’8 settembre del 1943 furono fatti prigionieri e deportati nei territori del terzo Reich, dove vi trovarono la morte.

Dolores Mihelić Malbašić, nipote di Antonio Ventin di Visinada, appartenente al Reggimento dei Granatieri di Sardegna, morto nel 1944 in un bombardamento aereo in Bassa Sassonia, ha creato anche un sito su Internet: si chiama Izgubljeni u ratu.

Visto che la sua famiglia ha saputo con molto ritardo il luogo di sepoltura di suo zio, ha deciso di realizzare questo sito web per aiutare altre persone nella stessa situazione. L’indirizzo del sito e’ webograd.tportal.hr/izgubljeni-u-ratu.

Attualmente fa conoscere la storia dello zio e ciò che fa con mostre ed interventi nelle scuole.

foto scuola dolores


 

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Medaglia d’Onore a Dante Sturbini

Caro Signor Zamboni, mio prozio Dante Sturbini ha ottenuto lo scorso 30/01 la medaglia d’onore. Le invio foto ed un articolo della cerimonia di conferimento. Grazie infinite!

Giovanna Carsughi


Sturbini Dante, nato il 15 settembre 1904 ad Ancona. Deportato nel campo di concentramento di Neuengamme (Amburgo). Matricola 23628. Decentrato a Drütte (sottocampo dipendente da Neuengamme). Morto a Drütte il 14 marzo 1944. Causa della morte: fucilato a seguito del furto di patate per sé e per altri internati. Sepolto nel “cimitero per stranieri” di Jammertal il 17 marzo 1944. Posizione tombale: Campo I / fila 13 / tomba E. Esumato e traslato ad Amburgo / Hauptfriedhof Öjendorf / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 2 / fila R / tomba 24.


 

 

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