Chieregato Marino, nato il 25 marzo 1921 a Castelguglielmo (Rovigo). Soldato della 73a Compagnia Genio e Chimici. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 ed internato in Polonia nello Stalag VIII A di Görlitz. Morto per malattia a Nowa Ruda / Neuröde (Voivodato della Bassa Slesia – Polonia) il 13 agosto 1944. Sepolto a Bielany-Varsavia / Cimitero militare italiano (Polonia). RIMPATRIATO.
Marino è finalmente tornato a casa
“Ghe rivarem a baita?” (Torneremo a casa?) Questa è la domanda che il soldato Guanin rivolge frequentemente al sergente del suo battaglione nel romanzo autobiografico di Mario Rigoni Stern “Il sergente nella neve”, che descrive il lungo cammino affrontato dai soldati italiani nell’inverno 1942-1943 per rientrare dalla nefasta campagna di Russia.
Per una spontanea associazione di idee viene da pensare a chissà quante volte anche Marino Chieregato avrà chiesto a qualche suo compagno di prigionia se un giorno sarebbero riusciti a lasciare il campo di internamento e a ritornare a casa. E al momento in cui la paura di non farcela a reggere quel lavoro svolto nelle viscere della terra, così pesante per il suo fisico debilitato e malato, abbia spento in lui la speranza di poter riabbracciare i suoi cari.
Domande che non hanno mai smesso di porsi i genitori di Marino e i suoi fratelli, da quando hanno saputo della morte del loro caro in un campo di prigionia tedesco in terra polacca. Domande senza risposta, rese ancor più dolorose dal fatto di non sapere dove egli sia sepolto.
Catturato dai tedeschi dopo l’8 Settembre 1943 nella zona dell’Egeo, in cui si trovava con la 73^ Compagnia Telegrafisti e deportato in un campo di internamento in Polonia, Marino muore per malattia a Nowa Ruda il 13 agosto 1944, a soli 23 anni. Ma la cosa inaccettabile è che nessuno sa dove sia il luogo della sua sepoltura. I familiari chiedono ma non ottengono risposta. Anche la natura sembra aver cancellato la memoria con una serie di alluvioni che hanno devastato la zona. Ma il fratello Carlo (mio padre), di circa 6 anni più giovane, non si dà per vinto e continua a cercare Marino per oltre 70 anni finchè, in circostanze quasi fortuite, nel 2015 la scoperta: egli è sepolto al Cimitero Militare Italiano di Bielany (Varsavia). Questo fatto riaccende il ricordo e alimenta speranza di poterlo riportare a casa. Si avviano le pratiche per il rimpatrio, si informano i parenti e insieme si attivano altre ricerche, altri contatti. Il 28 febbraio 2018, la piccola bara con le Spoglie di Marino giunge da Varsavia all’aeroporto di Venezia, accolta da Carlo – unico di 9 fratelli ancora vivente – e dai congiunti; riceve la resa degli onori militari da parte di un picchetto in armi del Comando Forze Operative Nord di Padova, guidato dal maresciallo Moretti e dal tenente Ferro. Segue la cerimonia ufficiale di rimpatrio del Caduto a Castelguglielmo, suo paese natale, il 10 Marzo 2018. E’ una cerimonia commovente, scandita da momenti altamente simbolici. Accanto al fratello e ai congiunti, ci sono il primo cittadino Giorgio Grassia e i sindaci dei paesi limitrofi, il Vice Prefetto Carmine Fruncillo, il Colonnello Antonio Attanasio – che consegna a Carlo la documentazione presente negli archivi militari, il Presidente dell’Associazione Combattenti e Reduci della provincia di Rovigo Lino Pietro Callegarin. Moltissime anche le rappresentanze d’arma e della Croce Rossa, unitamente alla Protezione civile intercomunale. E poi ci sono i compaesani, che per lo più non hanno conosciuto Marino, ma che sentono di dover essere presenti a quell’ importante appuntamento con la Storia. Sorprendenti e straordinari i ragazzi della scuola media che, sapientemente preparati dai loro docenti, nella prima parte della manifestazione accompagnano il racconto della vita del soldato Marino con l’esecuzione di brani musicali e di canti patriottici. Poi, la sosta presso il Monumento ai Caduti per il saluto delle Autorità civili e militari, la S. Messa officiata dal Parroco Don Antonio Piva e il trasferimento al cimitero locale dove avviene lo scoprimento della lapide dedicata al Caduto Marino Chieregato. In ultimo la tumulazione nella cappella di famiglia.
Le emozioni sono forti e scuotono i cuori dei presenti lasciando in ognuno un senso di vicinanza, di unione e di gratitudine reciproca. E’ il miracolo di quella piccola bara!
Bentornato a casa, Marino!. Riposa in pace accanto ai tuoi genitori dai quali la guerra ti ha strappato, e il sacrificio della tua giovane vita sia da monito per tutti noi e per quelli che verranno dopo di noi.