Nonno Pasquale è tornato nella sua amata terra

29 febbraio 2016

“Signor Zamboni buonasera. Le scrivo questa mail per ringraziarla di tutto il lavoro svolto.

Qualche giorno fa abbiamo potuto “abbracciare” quel nonno mai conosciuto. I miei fratelli sono andati a Francoforte ed è stato bellissimo. Un emozione indescrivibile.

Ora ci chiediamo quale sarà il passo successivo. La saluto cordialmente e ancora grazie.

Giulio Ronzano”.

Francoforte sul Meno. I nipoti sulla tomba di Pasquale Pietragalla


Carissimi,

intanto lasciatemi dire che mi fa estremamente piacere sapere che i congiunti di un altro di questi poveri ragazzi hanno finalmente chiuso quel cerchio rimasto aperto per troppi anni.

[…]

Questi i dati che ho archiviato:

Pietragalla Pasquale di Saverio, nato il 13 marzo 1908 a Forenza (Potenza). Soldato del Battaglione Alpino Sciatori Monte Rosa. Matricola 4578. Internato nello Stammlager XII F / 2044 / Campo di Assegnazione n° 471. Ultime notizie date il 16 agosto 1944. Morto il 22 marzo 1945. Sepolto a Francoforte sul Meno / Friedhof Westhausen / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro L / fila 3 / tomba 17.

Un abbraccio sincero, Roberto Zamboni


“Signor Zamboni, la ringrazio per la sua celere risposta. Con l’ultima mail ha aggiunto nuovi elementi su mio nonno ancora per noi sconosciuti come il corpo di assegnazione e il documento del Vaticano. Ho letto sul sito che anche lei ha rimpatriato un suo zio, la domanda che spesso mi pongo è ma dopo 70 anni quali possono essere le condizioni del defunto, chissà se sono stati seppelliti in cassa o altro. Potrebbero esserci effetti personali? L’esumazione nel caso di rimpatrio è fatta alla presenza dei familiari?

[…]

La ringrazio nuovamente e continui nella sua ricerca. È un lavoro bellissimo”.


Carissimo, rispondo alle tue domande.

– I nostri caduti sono stati inumati in prima sepolture in semplici casse di legno (ovviamente non come quelle che ci sono adesso) nei cimiteri che si trovavano nei pressi dei campi per prigionieri militari con tutte le indicazioni di sepoltura. Nella metà degli anni ’50 i corpi sono stati esumati (con gli effetti personali rintracciati) e messi in sacche per la raccolta di resti umani (sacche in plastica abbastanza spesse) e nuovamente inumati nei Cimiteri militari italiani.

– All’esumazione possono assistere anche i famigliari.

– I resti mortali che sono rimasti sono dei resti ossei mineralizzati.

Ho diverse fotografie di esumazioni (abbastanza macabre), ma preferisco mandarti un mio articolo dell’ottobre scorso che fa riferimento al National Geographic Deutschland sul quale si parla di un amico di Perugia che ha trovato il suo papà tra dieci caduti “ignoti” ai quali è stato fatto fare l’esame del DNA. Queste foto sono molto meno macabre e rendono benissimo l’idea. Questo il link: https://dimenticatidistato.com/2015/10/08/la-storia-di-alberto-pubblicata-sul-national-geographic-deutschland/.

[…]

Un saluto, Roberto


“Signor Zamboni buongiorno. Le scrivo aggiungendo quella che la memoria di mia zia ancora conserva.

Scrivo in prima persona così come mi sono stati raccontati i fatti da una zia di 84 anni che con la mente lucida ritorna al 1943 quando di anni ne aveva 11.

In ricordo di papà…

Papà era un contadino e nella quiete di quella che poteva essere una normale famiglia contadina, ricevette la chiamata alle armi. Ricordo quel giorno come se fosse oggi, l’8 dicembre 1942.

Partì per la guerra lui e un altro ragazzo, non ricordo chi fosse. Faceva freddo era inverno, partirono a piedi da Forenza per Palazzo San Gervasio e andarono a prendere il treno, lì c’era la stazione più vicina.

Per un anno non ricevemmo notizie.

Tornò a Forenza nel 1943, non ricordo né il giorno ne il mese, aveva avuto una licenza premio di quindici giorni.

Eravamo in casa io, mamma e mia sorella nata da poco (la mamma di chi scrive), si aprì la mezza porta e nella luce che entrava da quell’unica apertura entrò un uomo alto, sporco in viso, era il mio papà. Posò a terra lo zaino e mi abbracciò, gli dissi: perché hai il viso sporco?

Il fumo del treno, mi rispose.

Prese in braccio mia sorella e la baciò, non l’aveva mai vista, era nata in sua assenza, mamma era incinta quando lui partì. Posò mia sorella nella culla e abbraccio mamma.

Nei giorni seguenti dissi a papà: “non partire più, scappa nel bosco, nasconditi, ti porteremo noi da mangiare”. Lui mi disse: “ho avuto una licenza premio, non sono un disertore, e a giorni ci sarà l’armistizio”.

Passarono i 15 giorni e ripartì, mi disse per il Monte Rosa.

Scrisse solo due lettere, poi non avemmo più notizie.

Non ricordo l’anno, vennero 2 carabinieri a casa e dissero a mamma di salire in caserma per una comunicazione. Mamma mi disse: “resta a casa con tua sorella”, ma io le dissi di no. Andammo così tutte e tre in caserma. Ricordo che c’era una stanza grande e c’erano le finestre aperte che davano sulla piazza. Un carabiniere chiuse le finestre e prese dalle braccia di mamma mia sorella. Mamma fu chiamata in una stanza, la sentii urlare e piangere per la disperazione, capii subito che papà non sarebbe più tornato”.


24 ottobre 2019

“Signor Zamboni buonasera, le scrivo per comunicarle che ieri 23 ottobre il nonno Pasquale è finalmente tornato a casa.

È stata un emozione davvero indescrivibile.

Abbiamo fissato per domenica 3 novembre la cerimonia solenne.

Le invio le foto e mi piacerebbe inviarle dopo anche quelle della cerimonia.

Con immensa stima

Giulio

Alpino Sburlati Carlo

“Buongiorno, mi chiamo Elisa Sburlati e sono la pronipote di Carlo Sburlati nato a Denice il 7 marzo 1923, morto il 20 giugno 1944 e sepolto nel cimitero di Amburgo. Mi piacerebbe poter avere altre informazioni su di lui, magari dove è morto, il reggimento, e il suo grado militare. Ringrazio anticipatamente per tutti i dati che potrà fornirmi.
Cordiali saluti. Elisa Sburlati”

Cara Elisa,
questi sono i dati che ho archiviato sul tuo congiunto:

Sburlati Carlo, nato il 7 marzo 1923 a Denice (Alessandria). Alpino del 104º Reggimento alpini di marcia. Matricola 155041. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 ed internato in Germania nello Stalag X B di Sandbostel. Morto ad Amburgo il 20 giugno 1944. Causa della morte: bombardamento aereo. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero Ohlsdors di Amburgo. Esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Hauptfriedhof Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 5 / fila F / tomba 18.

Ti allego la foto della tomba, gentilmente fornitami da un’amica tedesca.

Un saluto. Roberto Zamboni

Tomba dell’Alpino Carlo Sburlati – CMI Amburgo (foto M. W.)

Marinaio Bancalà Giuseppe

“Innanzi tutto mi preme ringraziarla per il lavoro svolto, encomiabile davvero. Le scrivo perché il fratello maggiore di mia nonna, il marò Giuseppe Bancalà, nato a Sassari il 23 luglio 1922, è deceduto in Germania. La notizia del decesso è arrivata loro nell’autunno del 1944, ma sulla sua lapide a Francoforte è riportata una data differente: 04/01/1945. Data che coincide nell’elenco che, molto generosamente, lei ha messo a disposizione. Pare fosse stato fatto prigioniero… forse è morto in un ospedale militare. La famiglia non ha mai avuto notizie certe sull’accaduto né ha mai ricevuto i suoi effetti personali, come ad esempio la piastrina militare. Mi chiedevo se ha qualche suggerimento su come reperire queste informazioni.
Grazie ancora. Claudia Cocco”

Cara Claudia, questi sono i dati che ho archiviato (con le fonti consultate):

Bancalà Giuseppe, nato il 23 luglio 1922 a Sassari. Marò del Reparto La Spezia. Matricola 14655. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 ed internato in Germania nello Stalag IX B di Bad Orb. Morto per malattia a Klein-Zimmern (Dieburg) il 4 gennaio 1945. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero comunale di Dieburg (Assia). Esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Francoforte sul Meno (Friedhof Westhausen). Posizione tombale: riquadro F / fila 5 / tomba 7.

Fonti: Ministero della Difesa (Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra); Ufficio Storico della Marina Militare; Deutsche Dienststelle (WASt – Berlino); Archivio dell’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia e dall’Internamento (ANRP).

Ti allego la foto della tomba nel Cimitero militare italiano d’onore di Francoforte sul Meno.

[…] Un saluto. Roberto Zamboni

Tomba a Francoforte sul Meno del marinaio Bancalà Giuseppe

Palumbo Francesco Fortunato e i Caduti di Mesagne (Brindisi)

Mesagne, 4 febbraio 2011

Egregio Signor Zamboni,

tramite un periodico locale sono venuto a conoscenza della Sua ricerca in merito alla possibilità di rimpatrio delle salme dei deportati durante l’ultima guerra.

Sono il nipote di uno di questi sfortunati ragazzi che hanno dedicato la vita alla Patria in cambio della quale, questa Patria ha solo dato un attestato cartaceo alle famiglie e una medaglia di bronzo.

Alla famiglia di mia madre (la sorella del disperso) resta solo questo, e un misero vitalizio di circa 50 euro al mese, né una spiegazione, né un dettaglio su quello che è successo e tantomeno una salma sulla quale piangere.

[…]

Ho visitato il suo sito, non sono riuscito però a reperire materiale riguardo principalmente mio zio, ma anche riguardo agli altri tre soldati che sembrerebbe appartenessero al mio stesso comune di residenza.

Prima di informare mia madre di questa possibilità vorrei raccogliere tutte le informazioni possibili per dare a lei qualcosa di tangibile. Inoltre se, col suo prezioso aiuto potrò raccogliere materiale che interessi l’amministrazione comunale del mio paese, è mia intenzione coinvolgere le autorità per tributare magari tardivamente gli onori dovuti a chi ha sacrificato la propria vita per il bene comune.

Nell’attesa di sue notizie, nel ringraziarla per la disponibilità che potrà accordare alla presente, Le fornisco i dati relativi a mio zio e le allego una sua foto dell’epoca, chissà che magari possa aiutarmi anche a capire dove può essere stata scattata:

PALUMBO FRANCESCO (FORTUNATO), nato a Mesagne (BR) il 17 maggio 1920 deceduto il 06 settembre 1944.

Cordiali saluti.

Angelo Mitrugno


Palumbo Francesco Fortunato, nato il 17 maggio 1920 a Mesagne. Soldato del 226° Reggimento di Fanteria. Fatto prigioniero dai tedeschi sul fronte greco-albanese ed internato in Germania nello Stalag XI B di Fallingbostel. Trasferito a Bergen Belsen. Morto per malattia a Bergen Belsen (Bassa Sassonia) il 6 settembre 1944 ed inumato nel Cimitero locale. Esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Hauptfriedhof Öjendorf) alla posizione tombale: riquadro 1 / fila E / tomba 15.

CMI Francoforte sul Meno – Tomba di Altavilla Francesco Cosimo
CMI Francoforte sul Meno – Tomba di Caramia Carmelo
CMI Francoforte sul Meno – Tomba di Dello Monaco Angelo
CMI Amburgo – Tomba di Palumbo Francesco – (foto M. W.)

Da Padova a Francoforte, sulla tomba dello zio Giovanni

Padova, 2 ottobre 2019

Caro Roberto,
sabato mattina 28 settembre io e mio fratello siamo finalmente arrivati davanti alla tomba dello zio Giovanni.
Avevo visto qualche foto del Cimitero militare di Francoforte, ma poi esserci di persona è tutt’altra cosa.
Ci siamo emozionati nel vedere la distesa di tombe, quasi 5.000 vite giovanissime in tombe tutte uguali indipendentemente dal loro grado, disposti in file geometriche perfette. mi ha colpito molto la geometria delle file, ancora una volta disposti in fila come probabilmente lo erano durante la prigionia.
Non abbiamo avuto difficoltà a individuare la tomba dello zio, anche perché siamo partiti preparati da casa con la piantina.
Trovarla ed “incontrarlo” così, in piedi in mezzo alle file perfette ci ha fatto provare una sensazione strana, ma siamo stati felici di esserci.
Speriamo sia arrivata alla sua anima il nostro pensiero ed affetto, quello di mio papà che dall’Italia ha assistito in diretta via WhatsApp alla brevissima “cerimonia” nel corso della quale abbiamo letto brevi testi e deposto i fiori del papà e il nostro fiore. e l’affetto dei nostri cugini che ci hanno seguito anche loro via WhatsApp e ci hanno chiesto di portare anche il loro abbraccio.
Tra le emozioni anche un po’ di tristezza, sopratutto nel pensare alla vita durissima trascorsa nei campi di concentramento.

Abbiamo fatto delle fotografie che ti invio ora affinchè tu possa portare anche la nostra testimonianza nella tua bellissima pagina dedicata a questo triste capitolo della storia italiana.

[…]

Un abbraccio.
Loredana Borgato


Borgato Giovanni di Angelo, nato il 13 giugno 1921 a Saonara (Padova). Soldato della 3a Compagnia Genio. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 ed internato in Germania nello Stalag VI C di Bathorn. Trasferito allo Stalag VI A di Hemer (Hemer/Iserlohn). Impegato presso il Comando di lavoro n° 730 (Arbeitskommando n° 730). Morto il 13 marzo 1945. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero centrale di Dortmund (Gottesacker). Esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Francoforte sul Meno (Friedhof Westhausen). Posizione tombale: riquadro K / fila 8 / tomba 27.

Tomba nel Cimitero militare italiano di Francoforte sul Meno
La nipote Loredana
L’altro nipote di Giovanni Borgato
Una rosa sulla tomba di Giovanni Borgato

 

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