Anche per i famigliari di Pietro Cortiana si chiude il cerchio

Era la fine di novembre del 2019 quando, grazie ai social e alla Rete, mi scrisse Mary Bertaglio, nipote di Pietro Cortiana, per informarmi di aver trovato tra gli elenchi di “Dimenticati di Stato” anche il nome dello zio, cercato per tutta la vita e mai dimenticato dai suoi cari.

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Grazie grazie grazie ❤️
Adesso so dov’è sepolto mio zio Pietro Cortiana, dopo averlo cercato tutta la vita.
Roberto, io e tutta la mia famiglia non sappiamo più come ringraziarti, non sai che regalo sia questo per me.
Mary Bertaglio

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cortiana pietro fotoPietro Cortiana , figlio di Guido, era nato a Trezzo d’Adda (Milano) il 24 gennaio 1923. Autiere del 157° Autoreparto Automobilisti (autocarrette), era stato fatto prigioniero dai tedeschi in Jugoslavia dopo l’8 settembre 1943 e successivamente internato in Germania. Pietro muore a Colonia (Nord Reno-Vestfalia) il 9 marzo 1945 e viene inumato in prima sepoltura nel cimitero locale.

Solamente nella seconda metà degli anni ’50 il Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra farà esumare le sue Spoglie e le farà traslare nel Cimitero militare italiano d’Onore di Amburgo (Hauptfriedhof Öjendorf) alla posizione tombale riquadro 3, fila Z, tomba 24.

Ricerche fatte presso il Vaticano dal papà di Pietro nel 1944

La tomba di Pietro Cortiana nel C.M.I. di Amburgo (foto M. W. 13.09.2014)

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Così Mary e la famiglia decidono di farlo tornare a casa nella sua amata terra, circondato dall’affetto dei suoi cari. Inizia la procedura per il rimpatrio, poi scoppia la pandemia e sembra che tutto sia destinato a fermarsi.

Invece…

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Domenica 8 novembre 2020

Ciao Roberto, oggi si è svolta la cerimonia funebre, sentita e commovente, per Pietro.

Ora riposa con suo padre e sua madre.

Ho ricevuto affetto e solidarietà da parte di tutta la cittadinanza Trezzese che ha partecipato commossa.

..ed è tutto merito tuo.

Mary

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Gazzetta dell’Adda 14.11.2020

L’artigliere Bruno Corsi è tornato a casa

“HO FATTO UNA GRANDE COSA”

All’inizio di quest’anno ho deciso di iniziare un viaggio: ero come una velista da sola in mezzo al mare, poi è diventato un viaggio collettivo. Il ritorno di Bruno si è potuto realizzare con il supporto del Ministero della Difesa, del Consolato di Hannover, dell’esercito italiano, del Comune di Carmignano. Alla base c’è stata però la mia tenacia perché alcuni obiettivi non sono impossibili. Non bisogna perdersi di coraggio, come diceva San Giovanni Paolo II. Quella di ieri è stata una cerimonia di quelle che si vivono una volta sola nella vita perchè avere davanti alte cariche dell’esercito, dell’Arma, le associazioni locali (dagli Alpini all’Anc, dagli Artiglieri d’Italia, sezioni di Firenze, Prato e Poggio passando per le Misericordie, l’Anpi e le associazioni combattenti e reduci) e molti amici che non ho potuto neanche salutare (perchè seguiva la cerimonia al cimitero) è stato emozionante. Un momento che non ha prezzo. L’esercito è stata la seconda “famiglia” di Bruno, prima nei reggimenti contraerei dal 1932 al 1943, poi per 76 anni sepolto vicino a tanti altri militari ad Amburgo. Ora mi rendo conto che questa “famiglia”, rappresentata da tutte le cariche militari, c’è ancora ed era in chiesa: è la nostra famiglia. Grazie a tutti coloro che hanno dedicato un pomeriggio a Bruno. Io questa celebrazione l’ho vissuta come un momento felice, l’occasione per ricordare tutti gli Imi caduti e sepolti lontano da casa. A tutto questo sono arrivata con le ricerche di Roberto Zamboni che ho ricordato anche in chiesa. Grazie a don Elia, grazie ai colleghi della stampa e della Tv (Tv Prato in particolare), ai consiglieri di Campi che hanno avuto un pensiero per me (Simona Pizzirusso, Lorenzo Galletti e la presidente Eleonora Ciambellotti). Grazie al sindaco di Carmignano Edoardo Prestanti e al consigliere Marco Grassi, per la presenza con Claudio Scappini e il comandante della pm Palagini. Grazie a Paolo Gandola, un amico, consigliere comunale a Campi e ieri rappresentante della Città Metropolitana, all’amica Renza Martini. Grazie all’agenzia di Riccardo Germogli. Grazie a chi non si dimentica mai di me: Alberto Danese, Emilio Paradiso, poi Rosa Maria Freiles, Roberto Rempi, Paolo Cintolesi, Marcello Picchi. E grazie a chi mi ha dato un supporto fondamentale in questi giorni: Massimo Cardini, Mauro Scarpitta, Alessandro Capecchi e Barbara Prosperi. Grazie a Sergio Pagliai e alla Misericordia, a Sergio Campanelli e ai confratelli di Poggio. Nei prossimi anni, se la salute me lo permetterà, confido di raccogliere la storia di Bruno in un libro e portare il suo mandolino nel museo degli Imi a Roma. E spero di poter comunque visitare il cimitero di Amburgo e quelli militari per un saluto ai suoi compagni. In tanti mi hanno detto, in questi giorni “Hai fatto una grande cosa”: è vero e oggi ne sono profondamente orgogliosa.

Maria Serena Quercioli

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Bruno Corsi

Corsi Bruno, nasce il 10 dicembre 1912 a Campi Bisenzio (Firenze). Soldato del 3° Reggimento di Artiglieria Contarerea, viene fatto prigioniero dai tedeschi sul fronte croato il 12 settembre 1943 ed internato, prima a Sarajevo (campo di transito) e poi in Germania nello Stalag XI B di Fallingbostel (Bassa Sassonia). Gli viene assegnato il numero di matricola 164481 e viene poi assegnato al comando di lavoro n° 6072 di Braunschweig. Muore a Braunschweig a causa di un bombardamento aereo il 17 settembre 1944 e viene sepolto nel Cimitero di Braunschweig (Hochstrasse Friedhof). Nella seconda metà degli anni ’50 le sue spoglie vengono esumate su ordine del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra (Ministero della Difesa) e traslate nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Hauptfriedhof Öjendorf) alla posizione tombale: riquadro 1 – fila H – tomba 21, dove si trovano tuttora. Fonti: Archivio Zamboni, Ministero della Difesa (Onorcaduti), Albo IMI Caduti (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia e dall’Internamento).Corsi Bruno, nasce il 10 dicembre 1912 a Campi Bisenzio (Firenze). Soldato del 3° Reggimento di Artiglieria Contarerea, viene fatto prigioniero dai tedeschi sul fronte croato il 12 settembre 1943 ed internato, prima a Sarajevo (campo di transito) e poi in Germania nello Stalag XI B di Fallingbostel (Bassa Sassonia). Gli viene assegnato il numero di matricola 164481 e viene poi assegnato al comando di lavoro n° 6072 di Braunschweig. Muore a Braunschweig a causa di un bombardamento aereo il 17 settembre 1944 e viene sepolto nel Cimitero di Braunschweig (Hochstrasse Friedhof). Nella seconda metà degli anni ’50 le sue spoglie vengono esumate su ordine del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra (Ministero della Difesa) e traslate nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Hauptfriedhof Öjendorf) alla posizione tombale: riquadro 1 – fila H – tomba 21, dove si trovano tuttora. Fonti: Archivio Zamboni, Ministero della Difesa (Onorcaduti), Albo IMI Caduti (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia e dall’Internamento).

Tomba nel CMI di Amburgo (foto M. W.)
Articolo de La Nazione del 21 ottobre 2020
Bisenzio Sette – 23 ottobre 2020
La Nazione – 22 ottobre 2020

Per mantenere viva la Memoria abbiamo bisogno anche di te

campagna tesseramento
Articolo de “La Voce dell’Adige” del 22 giugno 1945 – Fotografia: 4 maggio 1945, liberazione del Campo di concentramento di Flossenbürg – Ragazzo cecoslovacco di soli 23 anni (foto gentilmente concessa per la pubblicazione dal Professor Dr. Paul Kopperman dell’Oregon State University)

logo aned

Aned è l’associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti.

I suoi aderenti sono i sopravvissuti allo sterminio nazista, i familiari dei deportati e coloro che intendono studiare e divulgare, soprattutto tra i giovani, la storia del fascismo, della Resistenza e delle deportazioni nei Lager nazisti.

Aned Verona è una piccola sezione che dal 1957 valorizza il patrimonio prezioso dei deportati e delle deportate veronesi, per il debito di riconoscenza verso chi nei Campi nazisti ha perduto o consumato la vita.

Oggi ANED continua a portare avanti la Memoria delle deportazioni, soprattutto per le nuove generazioni.

Per poterlo fare, ANED ha bisogno di sempre più forza e consensoInvitiamo, quindi, chi già non lo avesse fatto a sostenere ANED iscrivendosi (o rinnovando l’iscrizione), come adesione morale.

La quota annuale è di 25 euro (comprensiva dell’abbonamento alla rivista ‘Triangolo rosso’) e può essere versata:

  • con bonifico bancario sul conto corrente intestato a:
    ANED Verona / Sezione “Gino Spiazzi” – Banco Popolare di Verona – IBAN:   IT24K0503411723000000076000  aggiungendo alla causale – “tesseramento Aned Verona” – il proprio cognome, nome, recapito ed indirizzo mail.

 

  • presso la sede di Via Arnolfo di Cambio 17 – Verona – tel. 045 8036150 / e-mail: aned.verona@gmail.com – nell’orario di segreteria, il lunedì e martedì mattina dalle 10 alle 12, il giovedì pomeriggio dalle 15.00 alle 18.00.

ANED Verona

Sezione “Gino Spiazzi”

Presidente Ennio Trivellin, deportato a Mauthausen

Vicepresidente Tiziana Valpiana, familiare

Ente morale D.P.R. 5 – 11 – 1968 N.1377

Via Arnolfo di Cambio 17 – 37138 Verona

Telefono 0458036150 – Cellulare 324 991 7064

aned.verona@gmail.com

www.deportati.it/verona

Un 25 aprile per Mario

Video di Vincenzo (Enzo) Salomone

MARIO SALOMONE 

di Vincenzo Salomone

SALOMONE MARIO, nato il 25 maggio 1920 a Ercolano (Napoli) – Deceduto il 15 marzo 1945 – Sepolto nel cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Germania) – Posizione tombale: riquadro 1 – fila R – tomba 6.

Tratto dal «Corriere del Mezzogiorno» del 31 gennaio 2012 – Articolo di Nora Puntillo

Napoli – «Quando sentì che il fratello era stato torturato e forse accecato dai nazifascisti nel carcere di san Vittore a Milano, mio padre si accasciò sulla sedia, il suo occhio sinistro si velò di bianco: cataratta traumatica, disse poi l’oculista, meravigliato che non ci fosse stato alcun colpo a provocarla».

Enzo Salomone, il bravo attore noto per tante incisive interpretazioni in teatro, sul piccolo e sul grande schermo, ha saputo solo pochi giorni fa che suo zio Mario, partigiano deportato in un lager nazista, è sepolto nel cimitero militare italiano di Amburgo. Ne ha trovato il nome su uno degli elenchi che un privato, Roberto Zamboni (titolare di una piccola impresa a Montorio presso Verona), sta pubblicando sul suo sito web significativamente intitolato «Dimenticati dallo Stato». Enzo ricorda suo padre Ciro (docente di lingua e letteratura inglese) ostinato nel rifiuto di farsi operare, per condividere in qualche modo la sorte del fratello minore, della cui sepoltura la famiglia non aveva mai avuto notizia.

«Disperso» e sepolto chissà dove, forse in una fossa comune come tante vittime del nazismo: ma è solo una disonorevole menzogna di Stato.

Mario salomone da Ercolano , combattente partigiano nella Val d’Ossola, è infatti uno dei circa 15mila italiani che nel 1957 e ’58 furono sepolti in vari cimiteri tedeschi da un italianissimo Commissariato Generale Caduti in Guerra (sigla: «Onorcaduti») che li identificò, ne scrisse nomi e date e luoghi di origine sulle tombe. Ma alle famiglie, nessuna notizia. Non una lettera, né un avviso tramite uffici militari. Genitori, mogli, figli, fratelli, furono tacitamente condannati all’angoscia e alla disperata speranza di veder tornare un giorno il loro congiunto. Addirittura una legge – davvero difficile crederci se non fosse tutto stampato in Gazzetta Ufficiale – emanata il 9 gennaio 1951, numero 204, all’articolo 4 recava il «divieto di rimpatrio delle salme sepolte nei cimiteri militari italiani all’estero», Presidente del Consiglio era Alcide de Gasperi, che due anni prima aveva estromesso dal governo comunisti e socialisti su richiesta del governo Usa, ottenendo per il suo partito, la Democrazia Cristiana, la schiacciante vittoria del 18 aprile 1948.

Sono gli stessi anni in cui qualcuno, nella sede del Tribunale Militare, ordinò di girare contro il muro affinché non si potesse aprire l’armadio con 695 rapporti e 2.274 denunce («notizie di reato») a carico di nazisti tedeschi e fascisti italiani responsabili di stragi con migliaia di morti innocenti. Lo troverà nel 1994 il Procuratore Militare Antonio Intelisano, che documentava la responsabilità del vecchio ex ufficiale delle SS Erik Priebke nella strage delle Fosse Ardeatine.

Enzo Salomone ha saputo per caso della sorprendente iniziativa: «Il titolo del giornale, cronaca locale, annunciava semplicemente che un elenco di 790 caduti della Campania sepolti in Germania e Polonia, era stato messo in rete. Ho scoperto così che Roberto Zamboni da dieci anni indaga negli archivi, raccoglie, trascrive e pubblica sul suo sito Internet i nomi dei deportati italiani considerati dispersi».

Subito l’attore ha pensato allo «zio Mario» di cui si parlava con dolore in famiglia, nato nel 1920 a Ercolano, secondo figlio di quel nonno Vincenzo che dopo aver lavorato sulle navi Napoli-New York, con i risparmi aveva comperato una barca da pesca, era stato attivo sindacalista, aveva conosciuto Antonio Gramsci e partecipato alla nascita del Partito Comunista d’Italia. Mario a diciotto anni se n’era andato a fare l’operaio alla Breda di Sesto San Giovanni, entrando nel Partito Comunista clandestino. Nel 1944 Mario è nelle Brigate Garibaldi che conquistano la Val d’Ossola dove la repubblica partigiana dura dal 9 settembre al 22 ottobre. I nazifascisti impiegarono dieci giorni per tornare, ma nei villaggi e a Domodossola non trovarono nessuno: i partigiani oltre a contrastare duramente l’avanzata dei «neri», avevano fatto riparare tutti i cittadini in Svizzera. E proprio in quella valle Mario – lo riferì un compagno di armi tornato a casa – fu ferito, catturato e consegnato alle SS, torturato e deportato. Partigiano, comunista, ebreo di cognome.

«Per tutta la nostra vita di ragazzi – racconta Enzo Salomone – vedemmo il dolore segnato sul volto di mio padre, quello sguardo opaco, pallido, fu assurdo senso di colpa e ricordo vivente di quello che noi non avevamo vissuto …».

Il professor Ciro Salomone è morto nel 1994, senza poter sapere nulla di quel fratello «disperso». Il figlio pochi giorni fa ha scritto www.dimenticatidistato.com sulla tastiera del computer: «Non posso descrivere che cosa ho provato quando è apparsa la scritta Salomone Mario, nato il 25 maggio 1920 a Ercolano (Napoli) deceduto il 15 marzo 1945, attualmente sepolto ad Amburgo (Germania) Cimitero militare italiano d’onore , posizione tombale: riquadro 1, fila R, tomba 6. Dunque mio zio non era «disperso», ma non ce l’hanno mai detto. Né a noi, né ad altre migliaia. Io voglio sapere perché. Mi pare un altro armadio della vergogna, mi domando dove sono i parlamentari, i giornali, la televisione, il servizio pubblico …! ».


mario salomone foto
Mario, in piedi a destra col pugno chiuso

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Certificato di morte stilato il 25 settembre del 1950 (la data di nascita risulta sbagliata di un giorno per un probabile errore di trascrizione) – FONTE: Archives Arolsen (Germania)

Carlo Salomone 3.9.2017
Lapide nel Cimitero militare italiano di Amburgo (foto M. W. – 03.09.2017)

corriere del mezzogiorno napoli 31.1.2012
Articolo del Corriere del Mezzogiorno – Edizione di Napoli – del 31 gennaio 2012

Si cercano i parenti di Giovanni Monticelli


Ricevo  e pubblico


Buongiorno.

Innanzitutto complimenti per l’enorme lavoro che fa da anni, per le famiglie di coloro che sono morti per la Patria.
Mi spiace disturbare. Ho trovato il suo sito internet facendo ricerche su un italiano (classe 1917) di Lainate (MI), la cui piastrina è stata trovata in Francia poco tempo fa.
Ho provato sulla banca dati Caduti e Dispersi (Ministero della Difesa), ma non ho avuto alcun riscontro.

Anche se Lei si occupa dei Caduti in Austria, Germania e Polonia, potrebbe darmi qualche dritta per risalire agli eredi di questo militare la cui piastrina è stata rinvenuta in Costa Azzurra (vicino a Nizza)? Questo perché, il signore francese (di origini italiane) che l’ha ritrovata, vorrebbe consegnarla alla famiglia.

Grazie della cortese attenzione.
Distinti saluti, Alberto.

Chiunque avesse notizie, può scrivere a questa e-mail: mas13mm@gmail.com

 


1917

1129/76/C.

MONTICELLI GIOVANNI

DI BATTISTA E COLOMBO ROSA

LAINATE – MILANO

Piastrina 1

 

Su “Triangolo Rosso” la storia di Dante Sturbini

Sul numero gennaio-marzo del Triangolo Rosso – giornale a cura dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti e della Fondazione della memoria della deportazione – è stata pubblicata la storia di Dante Sturbini.

Quale Consigliere provinciale dell’Associazione Nazionale ex Deportati di Verona, ho pensato di riportare l’articolo che ricostruisce la storia di Dante, storia fatta pubblicare dalla pronipote Giovanna Carsughi.

Roberto Zamboni

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Amburgo – Hauptfriedhof Öjendorf  – Cimitero militare italiano d’onore           riquadro 2 – fila R – tomba 24


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tr-1-2020

tr-2-2020 - Copia

Si veda anche: https://dimenticatidistato.com/2020/01/25/pietra-dinciampo-per-dante-sturbini/

Si cercano notizie su Rocchetti Aurelio

Aurelio Rocchetti

Cerco notizie sul luogo di sepoltura in Germania di mio zio I.M.I. ROCCHETTI AURELIO, nato il 22/12/1921 Ostra Vetere (ANCONA).

Catturato dai Tedeschi nel settembre 1943 presso la Caserma 3° Btg. Fanteria Carristi a Bologna.

Internato nello Stammlager VI J di Krefeld- Fichtenhain / Arbeitskommando n.1917 I°. Matricola 60531.

Poi trasferito presso la Fabbrica Mannesmann Werke a Duisburg assieme a un altro militare di Jesi (AN), Pastorini Raffaele. Forse lavorava come falegname.

Ufficialmente deceduto sotto bombardamento alleato il 13/04/1945 a Duisburg.

Sepolto secondo una mappa approssimativa in prossimità di uno zuccherificio vicino ad un bivio Paderborn – Kassel. Presumibile un successivo spostamento della salma. A tutt’oggi luogo esatto di sepoltura sconosciuto.

Se esistono ancora testimoni che siano stati internati nei lager di Krefeld o Duisburg o loro familiari che possono fornirmi indicazioni utili, prego di essere contattato. Grazie.

Sebastianelli Roberto
Largo Oberdan 14
60033 Chiaravalle (AN)
e mail: robertoseb21@gmail.com

Da Vicenza ad Amburgo sulla tomba dello zio Giovanni

Signor Zamboni,
sono tornata di recente da Amburgo e vorrei ringraziarLa, perché grazie al Suo lavoro siamo riusciti a far visita alle spoglie dello zio di mio padre. E’ stata una commozione immensa.
Se non fosse stato per la Sua banca dati, non saremmo mai riusciti a trovare l’effettivo luogo di sepoltura.

Sono stata lassù dal 12 al 14 febbraio con i miei genitori, perché, come le dicevo, ad Amburgo è sepolto lo zio di mio padre: si chiamava Guarise Giovanni nato a Rossano Veneto (VI) il 03 dicembre 1917. Avevo sempre visto la sua foto sulla tomba di famiglia, ma solo qualche anno fa ho scoperto che in realtà si trattava solo di una foto commemorativa, perché nessuno sapeva dove effettivamente si trovasse.
Grazie al Suo splendido lavoro abbiamo scoperto dove fosse. Era da un po’ di tempo che cercavo di organizzare la visita in Germania, ma solo quest’anno siamo riusciti a raggiungere la meta. Non Le nascondo la profonda commozione: ho visitato altri cimiteri militari come ad esempio Redipuglia e Cima Grappa, quelli americani di Cassino e Colleville sur mer, quello canadese di Beny sur mer, quello tedesco di La Cambe, ma l’emozione provata di fronte al ricordo di un parente è indescrivibile. Non Le dico come stava mio padre: cuore a mille e pelle d’oca.

A tutti coloro che sono alla ricerca di qualcuno suggerisco di provare a cercare tra i tanti dati frutto delle Sue ricerche. Quando spiego quello che ha fatto, tutti rimangono increduli e basiti per il Suo lavoro. Purtroppo non tutte le ricerche hanno esiti positivi e per questo motivo mi ritengo davvero molto fortunata.

Ora, lavoro permettendo, mi prenderò un po’ di tempo per cercare di capire come procedere per il rimpatrio (ho visto pure i suoi suggerimenti).

Grazie mille ancora. Michela Guarise


Guarise Giovanni, nasce il 3 dicembre 1917 a Rossano Veneto (Vicenza). Soldato del 232° Reggimento di Fanteria, viene fatto prigioniero dai tedeschi sul fronte greco-albanese ed internato in Germania. Muore a Essen per annegamento il 15 luglio 1945 (dopo la liberazione) e viene inumato in prima sepoltura nel Cimitero di Essen (Sud West Friedhof). Nella seconda metà degli anni ’50, su ordine del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra, le sue Spoglie saranno esumate e traslate nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Hauptfriedhof Öjendorf) alla posizione tombale: riquadro 2 / fila U / tomba 29.


Archivio di Stato di Bolzano – Testimonianze di reduci dalla prigionia – Documentazione Internati Militari Italiani (IMI) – Elenchi internati con relativa sorte – Lettera G – Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano (Busta 210)

Archivio di Stato di Bolzano – Testimonianze di reduci dalla prigionia – Documentazione Internati Militari Italiani (IMI) – Elenchi internati con relativa sorte – Lettera G – Commissariato del Governo per la Provincia di Bolzano (Busta 210)

CMI Amburgo

Portate a casa il Soldato Cammardella

Ciro Cammardella, nasce il 20 settembre 1923 a Polla (Salerno). Soldato del 265° Reggimento di Fanteria, viene fatto prigioniero dai tedeschi sull’Isola di Creta il 25 settembre 1943 ed internato in Germania nello Stalag VI C di Bathorn. Matricola 77225. Muore a Paderborn per malattia l’11 gennaio 1944 e viene inumato in prima sepoltura nel cimitero locale. Su ordine del Commissariato Generale per le Onoranze ai caduti in Guerra, nella seconda metà degli anni ’50 le sue Spoglie vengono esumate e traslate nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Hauptfriedhof Öjendorf) alla posizione tombale: riquadro 1 – fila V – tomba 13.



Salerno – occhionotizie.it – Soldati della provincia Salerno morti nella seconda guerra mondiale sepolti all’estero

Scompare per l’ennesima volta la “vecchia” banca dati dei caduti e dispersi della Seconda Guerra Mondiale

Probabilmente la “vecchia” banca dati di Onorcaduti soffre il freddo.

Non si riesce a capire perché ciclicamente nei mesi di gennaio-febbraio scompaia dalla Rete.

Ma vediamo com’è andata fin dall’inizio…

Nel 2005, ho iniziato a pubblicare in Internet i dati completi e le posizioni tombali dei caduti civili morti nei campi di concentramento e sepolti nei cimiteri militari italiani.

Dal marzo del 2009, dopo aver ricevuto dallo stesso Ministero della Difesa copia degli elenchi di tutti i caduti (civili e militari) sepolti nei sei sacrari militari in Germania, Austria e Polonia, ho iniziato la pubblicazione, per provincia di nascita, dei nominativi, con dati anagrafici, di morte e di sepoltura (e rispettive posizioni tombali) di migliaia di caduti.

Ai primi di novembre del 2009, magicamente veniva pubblicata in Rete da Onorcaduti la prima banca dati delle sepolture dei nostri connazionali morti in prigionia o per cause di guerra in terra tedesca, austriaca e polacca.

Tale banca, accessibile tramite il portale del Ministero della Difesa, pur non riportando dati specifici sulle sepolture (posizione tombale – n° di riquadro, fila e tomba), consentiva di accedere a tutte le info (dati anagrafici, luogo e data di morte) di tutti questi Caduti.

Alcuni anni dopo, la gestione della banca dati veniva affidata ad una azienda esterna dal Ministero della Difesa, che apportava pesanti modifiche alla precedente pubblicazione con moltissimi errori ed omissioni di nominativi.

Dal dicembre del 2014, dopo ripetute segnalazioni di questo fatto al Ministero della Difesa, venne (almeno) riattivata anche la vecchia banca dati, permettendo così di effettuare ricerche e riscontri sia su una che sull’altra banca, così da poter verificare i dati da me pubblicati e poterne accertare la veridicità comparandoli a quelli di un sito istituzionale (anche se, ripeto, i dati da me pubblicati provengono dallo stesso Ministero della Difesa).

Dal 2 gennaio 2016, il problema si è riproposto e la vecchia banca dati è nuovamente scomparsa dalla Rete (appariva la dicitura “401 UNAUTHORIZED” – successivamente con reindirizzamento al data base modificato).

Dopo qualche tempo, la “vecchia ” banca dati torna attiva.

Il 13 febbraio 2020, ennesima scomparsa…

Chi attualmente cerca un parente, verrà sicuramente assalito dal dubbio che i miei dati siano errati, dando quasi certamente più credito all’ente istituzionalmente preposto che ha messo in Rete la banca dati (appunto Onorcaduti).

Poi ho notato una cosa molto particolare…

E’ dal 1994 che porto avanti questo lavoro non retribuito con l’obbiettivo di informare e dal 2005 (primo anno dell’entrata in vigore della risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che prevede la commemorazione del “Giorno della Memoria“) ho notato un incremento delle richieste d’informazioni sui caduti in prigionia (militari o civili), specialmente nel periodo gennaio-febbraio.

Durante le feste natalizie, come succedeva anche a casa mia, si parla con i parenti di chi non c’è più e di quello zio, di quel nonno o di quel congiunto dato per disperso in guerra. Poi, il 27 gennaio arriva il Giorno della Memoria, e i media ti ricordano quelle tristi vicende. Ma che fine avrà fatto quello zio, o quel nonno di cui abbiamo parlato a Natale con i parenti? Ora c’è Internet e fare una ricerca veloce su quel nominativo è possibile a chiunque.

Come diceva qualcuno: “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina“…

Non è che la vecchia banca dati scompare nei mesi di gennaio-febbraio e poi ricompare magicamente passata la “burrasca” solo per evitare a Onorcaduti di ricevere vagonate di richieste informazioni da parte dei parenti dei Caduti?

Se i parenti di Alberto Adami, veneziano morto il 6 maggio 1945 (dopo la liberazione del campo), in questi giorni cercassero notizie sul loro caro sui siti istituzionali troverebbero quanto segue:

Però Alberto è sepolto nel Cimitero di Amburgo da almeno 65 anni!

Adami Alberto, nato l’11 maggio 1922 a Venezia. Soldato del 164° Gruppo di Artiglieria. Morto il 6 maggio 1945 a Celle (Bassa Sassonia). Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 1 / fila c / tomba 8.

Per avere un’idea delle enormi omissioni riportate nella nuova banca dati rispetto alla “vecchia”, ripropongo una piccolissima percentuale di dati che risultano essere errati o mancanti (ho preso in considerazione soltanto i primi 80 caduti, in ordine alfabetico, sepolti nel cimitero di Amburgo, riscontrando errori od omissioni su almeno il 25% dei nominativi, più un caduto sepolto a Monaco di Baviera).

accatini dionisioAccatini Dionisio, nato il 2 aprile 1889 a Villafranca in Lunigiana (Massa e Carrara). Civile. Morto il 28 dicembre 1944. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 1 / fila y / tomba 3.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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adami albertoAdami Alberto, nato l’11 maggio 1922 a Venezia. Soldato del 164° Gruppo di Artiglieria. Morto il 6 maggio 1945 a Celle (Bassa Sassonia). Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 1 / fila c / tomba 8.

Banca dati Onorcaduti: luogo di sepoltura sconosciuto.

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adani attusAdani Attus, nato il 25 dicembre 1910 a Modena. Soldato del Drappello Automobilisti. Morto il 28 ottobre 1944. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 2 / fila z / tomba 71.

Banca dati Onorcaduti: luogo di sepoltura sconosciuto.

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adermicosa benedettoAdermicosa Benedetto, nato il 7 luglio 1913 in località non conosciuta. Civile. Morto il 23 marzo 1945. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 2 / fila X / tomba 5.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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agazzi gervasioAgazzi Gervasio, nato il 28 aprile 1895 a Palosco (Bergamo). Civile. Morto l’8 aprile 1945. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 1 / fila c / tomba 14.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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alippi andreaAlippi Andrea, nato il 5 novembre 1900 ad Abbadia Lariana (Lecco). Civile. Morto l’11 giugno 1944. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 1 / fila h / tomba 20.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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agostini marioAgostini Mario, nato il 2 novembre 1914 a Bludenz (Austria). Soldato del 4° Reggimento di Fanteria. Morto il 7 aprile 1944 a Wolfenbüttel. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 2 / fila G / tomba 1.

Banca dati Onorcaduti: luogo di sepoltura sconosciuto.

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alberti enrico francescoAlberti Enrico Francesco, nato il 1° maggio 1910 a Brescia. Civile. Morto il 13 agosto 1944. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 2 / fila F / tomba 30.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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albertini aldinoAlbertini Aldino, nato il 18 aprile 1925 a Pergola (Pesaro e Urbino). Civile. Morto il 15 maggio 1945. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 2 / fila H / tomba 3.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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albertini primo pasqualeAlbertini Primo Pasquale, nato il 15 novembre 1893 a Longiano (Forlì – Cesena). Civile. Morto a Köln/Colonia (Nord Reno-Vestfalia) il 12 maggio 1943. Sepolto nel cimitero locale (inviata alla famiglia la fotografia della tomba tramite il parroco di Longiano il 29 marzo 1946). Esumato e traslato ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 2 / fila Z / tomba 16.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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alboresi giuseppeAlboresi Giuseppe, nato il 30 dicembre 1903 a Frosinone. Civile. Morto il 12 giugno 1943. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 2 / fila U / tomba 26.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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.alfieri antonioAlfieri Antonio, nato il 7 febbraio 1903 a Catanzaro. Civile. Morto il 6 luglio 1941. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 2 / fila a / tomba 17.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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altarelli giuseppeAltarelli Giuseppe, nato il 22 aprile 1904 a Pannarano (Benevento). Civile. Morto il 7 aprile 1945. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale:  riquadro 2 / fila H / tomba 5.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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abondio enricoAbondio Enrico, nato il 3 ottobre 1884 a Gazzaniga (Bergamo). Civile. Morto il 17 aprile 1942. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 3 / fila Z / tomba 32.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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adamo antoninoAdamo Antonino, nato il 5 marzo 1921 a San Pier Niceto (Messina). Soldato del 6° Reparto Speciale STI Artiglieria. Morto il 9 maggio 1944 a Dorsten (Nord Reno-Vestfalia). Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 3 / fila V / tomba 30.

Banca dati Onorcaduti: luogo di sepoltura sconosciuto.

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agostini antonio francescoAgostini Antonio Francesco, nato l’11 febbraio 1924 a Borgo Valsugana (Trento). Aviere del Reparto Servizi in Aeroporto. Morto il 19 dicembre 1944 a Fullen (Bassa Sassonia). Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 3 / fila H / tomba 19.

Banca dati Onorcaduti: luogo di sepoltura sconosciuto.

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ailliaud giovanniAilliaud Giovanni, nato il 23 settembre 1920 a Cesana Torinese (Torino). Soldato del 3° Reggimento Alpini. Morto il 13 luglio 1945 a Dorsten (Bassa Sassonia). Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 3 / fila W / tomba 64.

Banca dati Onorcaduti: luogo di sepoltura sconosciuto.

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alesi lucianoAlesi Luciano, nato il 13 dicembre 1913 a Palestrina (Roma). Soldato del 1° Reggimento di Fanteria. Morto il 10 marzo 1944 a Gelsenkirchen (Nord Reno-Vestfalia). Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: 3 / fila T / tomba 7.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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allari pierinoAllari Pierino, nato il 28 giugno 1921 a Pegognaga (Mantova). Soldato del 231° Reggimento di Fanteria. Morto il 28 marzo 1945. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 3 / fila X / tomba 39.

Banca dati Onorcaduti: luogo di sepoltura sconosciuto.

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allasia stefanoAllasia Stefano, nato il 13 settembre 1923 a Villafranca Piemonte (Torino). Soldato del 30° Reggimento di Fanteria. Morto il 26 aprile 1945. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 3 / fila P / tomba 13.

Banca dati Onorcaduti: luogo di sepoltura sconosciuto.

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allegretto giuseppeAllegretto Giuseppe, nato il 19 luglio 1915 a San Quirino (Pordenone). Civile. Deportato nel Campo di concentramento di Dachau. Matricola 104778. Trasferito a Neuengamme il 22 ottobre 1944. Matricola 61124. Decentrato a Meppen-Versen (sottocampo dipendente da Neuengamme). Morto a Meppen-Versen (Bassa Sassonia) il 14 febbraio 1945. Sepolto ad Amburgo (Germania) / Cimitero militare italiano d’onore (Öjendorf). Posizione tombale: riquadro 3 / fila R / tomba 51.

Banca dati Onorcaduti: nessun dato.

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Monetti StefanoMonetti Stefano, nato il 17 luglio 1907 a Malnate (Varese). Deceduto il 10 ottobre 1945. Sepolto a Monaco di Baviera / Waldfriedhof / Cimitero militare italiano d’onore (Germania). Posizione tombale: riquadro 6 / fila 10 / tomba 29.

Banca dati Onorcaduti: luogo di sepoltura sconosciuto.

Giornata della Memoria 2020

Zamboni Luciano Giovanni, figlio di Andrea e Teresa Turri, nasce a Mizzole (Verona) il 3 febbraio 1923. Di mestiere contadino, risiede con la famiglia a Montorio Veronese (Verona) ed è celibe. Viene arrestato a Caprino Veronese (Verona) il 16 dicembre 1944. Detenuto a Verona, viene poi trasferito nel Campo di concentramento e transito di Bolzano (Polizei – und Durchgangslager Bozen) il 12 gennaio 1945. Su disposizione del BDS di Verona (Befehlshaber der Sicherheitspolizei und des Sicherheitsdienstes – Comandante della Polizia di Sicurezza e Servizi di Sicurezza), viene deportato nel Campo di concentramento di Flossenbürg il 19 gennaio 1945 (trasporto n° 118). All’arrivo, il 23 gennaio 1945, gli viene assegnato il numero di matricola 43738 e viene classificato come deportato per motivi politici (POL – Politisch). Il 22 marzo 1945 viene trasferito a Offenburg (campo satellite di Natzweiler). Viene poi trasferito a Flossenbürg il 6 aprile 1945. Muore a Flossenbürg il 4 maggio 1945 (dopo la liberazione del campo). Viene inumato in prima sepoltura nel Cimitero di Flossenbürg, alla posizione tombale tomba 5, fila 4 C. Nella seconda metà degli anni ’50 il Ministero della Difesa riesce a rintracciarne le Spoglie, le fa esumare e traslare nel Cimitero militare italiano d’onore di Monaco di Baviera (Waldfriedhof) alla posizione tombale riquadro 5, fila 16, tomba 11. Resti rimpatriati nel dicembre del 2000.


“Il 20 aprile 1945, il comandante del campo di Flossenbürg, l’SS-Obersturmbannführer Otto Max Kögel, ordinò l’evacuazione e i 14.800 prigionieri in grado di camminare, furono incolonnati e avviati a piedi verso sud con destinazione il Campo di concentramento di Dachau.

Dei 1.526 internati che rimasero nel lager, (tra questi anche 46 italiani, compreso mio zio), circa la metà era ammalata di tubercolosi o di tifo e gli altri, a giudizio dei carnefici nazisti, con un piede già nella fossa, non avrebbero vissuto abbastanza da vedere i loro liberatori.

Luciano era ancora vivo quando, la mattina del 23 aprile 1945, una compagnia della 97ª Divisione di Fanteria dell’Esercito americano liberò il Campo di concentramento di Flossenbürg.

Il 4 maggio, dodici giorni dopo la liberazione del lager, mio zio morì. Morì da uomo libero e sicuramente circondato dall’affetto e non dall’indifferenza com’erano morti a migliaia nei mesi precedenti i suoi compagni di prigionia”.

Tratto da Dimenticati di Stato


 

 

 

Dimenticati di Stato – Presentato il libro ad Ancona

Gentilissimo signor Roberto,

da alcuni anni l’ANPI di Ancona, con il patrocinio delle istituzioni locali, della Regione, delle FS e del mondo associativo del territorio, in occasione della Giornata della Memoria e della posa delle Pietre d’Inciampo, organizza una settimana di incontri e mostre negli spazi e nei vagoni merci che ci vengono mesi a disposizione dalle Ferrovie.

Seguiamo con attenzione il prezioso lavoro che svolge attraverso la Fondazione Dimenticati di Stato e grazie ad una delle Sue segnalazioni il 24 gennaio 2020, fra le Pietre d’Inciampo che saranno posizionate ad Ancona, vi sarà anche quella in ricordo di Dante Sturbini, la cui storia abbiamo potuto conoscere grazie al sito “Dimenticati di stato”.

Gli eventi per la IV edizione del “Treno della Memoria” si svolgeranno dal 20 al 27 gennaio. Tra le iniziative, vorremmo presentare anche il suo libro “Dimenticati di Stato. I Caduti sepolti nei cimiteri militari italiani d’onore di Germania, Austria e Polonia”.

Tamara Ferretti

Presidente ANPI Ancona

Sezione “Gino Tommasi”


Ringrazio ANPI Ancona e la sua Presidente Tamara Ferretti, Mattia Tisba (Vice Presidente ANPI Ancona), il Generale Albino Amodio (Consigliere nazionale ANPI) e il Sottosegretario alla Difesa Onorevole Giulio Calvisi.

Un particolare ringraziamento va al Prof. Gian Mario Raggetti, Professore Ordinario di Economia degli Intermediari finanziari, presso la Facoltà di Economia “G. Fuà” della Università Politecnica delle Marche – Ancona, per aver presentato il libro e il sito Dimenticati di Stato.

Roberto Zamboni


 


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Dimenticati di Stato – Roberto Zamboni
Storia e filosofia – 1a edizione 3/2014 Formato 15×23
Copertina Morbida – bianco e nero
508 pagine
self-publishing

Testo messo in vendita al prezzo di costo


 

 

Pietra d’inciampo per Dante Sturbini

“Buongiorno Roberto.
Oggi Dante Sturbini ha avuto la sua pietra d’inciampo disvelata.
Ho parlato doverosamente anche di te e del tuo sito, perché senza entrambi la mia ricerca non sarebbe mai iniziata e Dante sarebbe rimasto nell’oblio eterno. Ancora grazie con tutto il mio cuore
Giovanna Carsughi”.

“La storia cammina lungo le vie della nostra città […] La storia locale diventa nazionale, la memoria individuale diventa universale. Inciampiamo sulla pietra di Dante con la nostra mente ed il nostro cuore, con l’intento di recuperare le memorie familiari, difendere e far scintillare l’ottone della sua vita […] In bilico fra l’eroismo del suo gesto di rubare le patate per gli altri deportati e il peso delle atrocità subite nel numero di prigioniero 23628, la sua testimonianza riecheggia fino a noi e ci incarica di esserne promotori attivi”.
(riflessioni elaborate da 3 quinte dell’IIS Volterra Elia di Ancona)


VIDEO Pietra d’inciampo a Dante Sturbini


Per Dante Sturbini vedi anche:

Dopo 74 anni, Giovanna omaggia la memoria di Dante Sturbini

Medaglia d’Onore a Dante Sturbini

Medaglia d’Onore a Giovanni Zanovello

“Signor Zamboni buongiorno, sono la nipote di Zanovello Giovanni. Le scrivo per informarla che ho fatto domanda per la medaglia d’onore che mi è stata concessa e che mi sarà conferita il giorno 27 gennaio. La ringrazio infinitamente. Giovanna”.



Zanovello Giovanni nasce il 23 aprile 1912 a Campolongo Maggiore (Venezia). Soldato del 343° Battaglione costiero di fanteria viene fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 ed internato in Germania. Muore a Velbert (nord Reno – Vestfalia) il 22 settembre 1944 e viene inumato in prima sepoltura nel Cimitero cattolico della stessa località. Viene poi esumato e traslato da Onorcaduti nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo ed inumato alla posizione tombale riquadro 1, fila T, tomba 48.

Il 6 ottobre 2018 le sue Spoglie vengono rimpatriate.

Si veda anche Giovanni ritorna nella sua amata terra

 

Pietra d’inciampo per Giulio Bergo Oro

Sabato 18 gennaio 2020, si è svolta a Sottomarina (camminamento dei Murazzi davanti a calle dei Celoni) la cerimonia per la posa della Pietra d’inciampo in memoria dell’internato militare Sergente Nocchiere Giulio Bergo Oro, organizzata dall’amministrazione comunale con il comitato ANPI di Chioggia e alla presenza dell’artista tedesco Gunter Demnig.


 

Giulio Bergo Oro di Sante, nasce il 17 maggio 1919 a Catania. Sergente Nocchiere Reparto Venezia, viene imbarcato sulla Regia Nave Scuola Marco Polo. Viene fatto prigioniero dai tedeschi sul fronte greco il 9 settembre 1943 ed internato nello Stalag XII A di Limburg an der Lahn dove gli viene assegnato il numero di matricola 49201. Viene successivamente trasferito allo Stalag XX B di Marienburg (ora Malbork – Voivodato di Pomerania – Polonia). Viene fucilato a Bydgoszcz (Voivodato di Cuiavia-Pomerania – in tedesco Bromberg – Hoheneiche Bei Bromberg) il 17 agosto 1944.
Viene inumato in prima sepoltura nel Cimitero cittadino di Bromberg (Städtischer Friedhof), per poi essere esumato e traslato dal Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra (Ministero della Difesa), nel Cimitero militare italiano di Bielany-Varsavia (Cmentarz Żołnierzy Włoskich – Polonia). Attualmente la sua tomba si trova in uno dei due mausolei del Cimitero di Bielany.

 

L’artista tedesco Gunter Demnig posa la Pietra d’inciampo in memoria di Giulio Bergo Oro

Abbiamo dato un volto anche a Vincenzo

Alle volte basta poco. Bastano due righe su Facebook per riuscire a riallacciare quel filo strappato molti anni prima.

“Salve. Non abbiamo mai avuto notizie di mio zio di nome Di Benedetto Vincenzo, nato a Palagonia (Catania). Sappiamo che era prigioniero ad Amburgo. Cosa si può fare per sapere se c’é una tonba ed avere eventualmente una foto. La ringrazio. Nello Di Benedetto”.


Caro Nello, questo è quanto ho trovato su tuo zio:

Di Benedetto Vincenzo di Giuseppe, nato il 18 maggio 1913 a Palagonia (Catania). Artigliere del 19° Reggimento Artiglieria Divisione Fanteria. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 ed internato in Germania nello Stalag VI C di Bathorn. Impiegato presso il Comando di lavoro n° 1375 J di Bergisch Neukirchen. Morto per polmonite a Bergisch Neukirchen – Opladen (Nord Reno-Vestfalia) il 13 aprile 1944. Inumato in prima sepoltura nel Cimitero comunale di Bergisch Neukirchen (Opladen) alla posizione tombale Campo II, tomba n° 566. Esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Hauptfriedhof Öjendorf – Germania). Posizione tombale: riquadro 4 / fila U / tomba 39.

Ti allego la foto della tomba nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo.

Un abbraccio a te e ai tuoi cari.

Roberto Zamboni


“Grazie tante. Finalmente grazie a lei sappiamo la verità.

Nello Di Benedetto.”


Vincenzo Di benedetto

Retro della foto

Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (foto M. W.)

Giuseppe Pannunzi è tra i Caduti di Amburgo

Sig. Roberto Zamboni,

mi presento, sono Edoardo Pascucci e sono un pronipote di un caduto (Giuseppe Pannunzi – fratello della mia bisnonna materna) che ho scoperto di recente nel suo sito.
[…]
Le allego tutti i documenti rinvenuti su Giuseppe che furono consegnati alla mia bisnonna dopo la sua istanza fatta all’epoca. Inoltre allego la foto del defunto, relativa documentazione e la foto allegata con i documenti del Cimitero di Amburgo nel 1964.
La ringrazio di cuore per il lavoro svolto e per il suo grande aiuto nelle nostre ricerche anche se a sua insaputa.
Spero di sentirla presto e le auguro un buon 2020.
E. P.

Caro Edoardo, questo è quanto ho archiviato sul tuo congiunto:

Pannunzi Giuseppe fu Luigi, nato il 26 agosto 1920 a Subiaco (Roma). Caporale del 47° Reggimento di Fanteria. Fatto prigioniero dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943 sul fronte montenegrino ed internato in Germania nello Stalag XII D di Trier (Treviri). Trasferito allo Stalag VI K (326) di Senne Forellkrug. Ricoverato presso l’infermeria (ospedale militare) di Forellkrug über Paderborn (Nord Reno-Westfalia). Morto il 5 ottobre 1944 e sepolto nel cimitero di Stukenbrock (Nord Reno-Westfalia / Kriegsgefangene Ehrenfriedhof West – Cimitero d’Onore Ovest per prigionieri di guerra). Causa della morte: pleurite. Posizione tombale: campo III / tomba 81. Esumato e traslato nel Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (Hauptfriedhof Öjendorf / Germania). Posizione tombale: riquadro 5 / fila U / tomba 29.

Tra le schede di ricerca dell’Ufficio Informazioni Vaticano per i Prigionieri di Guerra ne ho trovata una che fa riferimento al tuo congiunto. I dati riportati provengono dall’elenco n° 741/E, che riporta i nominativi di circa 110 soldati morti nell’infermeria di Forellkrug presso Paderborn e sepolti nel cimitero di Stukenbrock, in Westfalia. Tra questi anche il tuo parente.


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Giuseppe Pannunzi in una foto scattata il 12/02/1943

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Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo – Tomba del Caporale Giuseppe Pannunzi (foto M. W. – scattata il 04.03.2016)


Cimitero militare italiano d’onore di Amburgo (1964)