“Da due giorni si è intensificata la propaganda di alcuni Ufficiali italiani per convincere la nostra massa a rinnegare il nostro Giuramento militare.
Io mi assumo la responsabilità della contropropaganda che dovrà servire a tenere vivo il sentimento del nostro dovere, per il quale ora siete in un campo di concentramento fuori dalla nostra Italia.
Noi non siamo ne potremo essere dei prigionieri. Noi siamo dei disarmati per volontà del nostro governo che è l’unico che potrà riarmarci. Noi siamo ancora dei soldati Italiani fedeli alla nostra disgraziata Italia. Nessun partito può sorgere all’estero, e nessun uomo potrà governare la nostra Italia senza il consenso del Popolo di cui noi siamo l’espressione più grande e più forte. Solo dopo il nostro rientro in Patria potremo giudicare e farci guidare da chi sarà capace di sollevare la nostra Italia e che comunque sarà Italiano.
Un gruppo di miei colleghi darà a chiunque le chiarificazioni occorrenti a dissipare i dubbi e le titubanze.
Io personalmente nella baracca 42 discuterò con chicchesia.
Non firmate dichiarazioni ambigue. Ognuno sia ben padrone della propria volontà.
Viva l’Italia”.
Bad-Orb, 22 settembre 1943
Maresciallo di Marina Ferdinando Rini
Lettera allegata al diario del Maró Francesco Maresca, internato nello Stalag IX B di Bad Orb (fonte documento Lisa Apreda – nipote del Marò Francesco Maresca – Vietata ogni riproduzione).
Lettera stilata dal Maresciallo di Marina Ferdinando Rini, nato a Guardia Sanframondi (Benevento) il 5 novembre 1908. Internato nello Stalag IX B di Bad Orb. Prigioniero di guerra (IMI), impiegato in comandi di lavoro nel Circondario della Bergstraße (Distretto di Darmstadt) fino al 27 novembre 1944 e poi impiegato come lavoratore agricolo nel Comune di Hofheim am Taunus fino al 23 aprile 1945.
