Every Name Counts – Ogni nome è importante


EVERY NAME COUNTS – OGNI NOME È IMPORTANTE

Il progetto degli Archivi di Arolsen “Every Name Counts” – Il più grande archivio digitale sulle vittime del nazismo

Dietro ad ogni nome c’è un volto e dietro ad ogni volto una vita


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Ogni nome conta, ogni nome è importante

Ogni informazione relativa alle milioni di persone che vennero deportate nei campi di concentramento e di sterminio durante la seconda guerra mondiale deve essere resa accessibile, per preservarne la memoria, per affermarne l’identità, per permettere ai familiari di ricercare e conoscere le storie, i volti, le vite dei loro cari.

E’ con questo obiettivo che Arolsen Archives, il centro internazionale che possiede il più completo archivio a livello mondiale riguardante le vittime e i sopravvissuti della persecuzione nazista, presente nella lista UNESCO’s Memory of the World, ha lanciato la campagna di crowdsourcing Every Name Counts. Il progetto, che inizialmente ha coinvolto mille studenti e studentesse di 26 scuole superiori tedesche, è aperto alla partecipazione volontaria di qualsiasi cittadino o cittadina di ogni parte del mondo e non richiede alcuna competenza specifica, basta avere un computer e una connessione internet.


Per saperne di più:

Every Name Counts

Rivogliamo il ruolo di “custodi morali” di Zonderwater “


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COS’ERA “ZONDERWATER”
Dal 1941 al 1947 il campo di Zonderwater Repubblica Sudafricana , ospitò più di centomila Prigionieri di Guerra italiani e fu di fatto la struttura di nella struttura per militari italiani più grande del mondo. Grazie alla visione illuminata del comandante sudafricano i prigionieri furono coinvolti in attività didattiche, sportive e culturali che ne fecero una realtà unica nel panorama concentrazionario mondiale, meriti questi sanciti da onorificenze ONU e della Repubblica Italiana.

COME È NATO IL SITO
Durante la compagnia i compagni provvidero piesamente a comporre le salme dei Prigionieri deceduti per malattia e altri eventi accidentali in un piccolo cimitero ove furono anche costruite le prime opere commemorative come i “Tre Archi”. Dopo la guerra i sepolti a Zonderwater non furono dimenticati ; gli ex prigionieri che avevano scelto di rimanere in Sudafrica, costituiti nell’associazione “Zonderwater Block ex Pow” , provvidero, con la forza delle loro braccia a tenere le tombe, erigere opere, piantare alberi ea tagliare l’erba. La gestione esclusiva e la salvaguardia del complesso cimiteriale da parte dell’Associazione è continuata sino al 1986; solo dopo tale data è subentrato il Consolato Generale di Johannesburg (sotto la tutela di Onorcaduti) che però ha continuato ad avvalersi dell’appassionato, professionale e insostituibile operato dell’Associazione. Per tale valido operato, l’Associazione ha ricevuto ampi riconoscimenti da diverse massime autorità italiane.

COS’È IL SITO PER I DISCENDENTI DEI POW
Noi figli, e ultimamente anche nipoti, di quei Pow, sparsi per il mondo, siamo cresciuti con i racconti di Zonderwater ed è un vero luogo del cuore. Per alcuni di noi è il cimitero dove è sepolto papà! Ogni pietra, ogni monumento eretto, ogni albero piantato rappresenta le mani e lo spirito di chi ha creato quello spazio per onorare la memoria di quei 277 fratelli rimasti la. La cosa veramente singolare è che il luogo, sino a poco assoluto tempo fa mantenuto in uno stato di livello internazionale, è anche importante per la storia del Sudafrica ed è un simbolo della collaborazione instaurata nel tempo fra i due paesi.

I FATTI RECENTI
Con l’arrivo della nuova Console Generale la situazione è stata sconvolta: per motivi a noi sconosciuti l’Associazione è stata estromessa da qualsiasi attività riguardante il cimitero. Il nostro Presidente che curava personalmente una miriade di attività critiche fra cui visite ordinarie e caratteristiche è stato privato delle chiavi. La struttura è chiusa e le visite di cittadini locali e di persone provenienti dall’Italia sospese.

LE RICHIESTE DELL’ASSOCIAZIONE
È fermamente dell’ Associazione , nelle sue declinazionina e Italiana, che essa si trova di particolare suddette la CUSTODE MORALE del luogo, chiede in modo accorato alle autorità della nostra riattribuirle un ruolo consono, in:

  • nel coordinamento della cura e arricchimento del sito;
  • nella guida delle visite ordinarie e straordinarie;
  • nella custodia e gestione del Museo il cui contenuto è di proprietà inalienabile dell’Associazione “ZONDERWATER BLOCK EX POW ASSOCIATION”;
  • nell’organizzazione della cerimonia commemorativa annuale;
  • nella gestione delle offerte dei soci.

In conclusione, ribadendo le enormi valenze affettive e storiche della nostra istanza, auspichiamo l’aiuto da parte del Ministro della Difesa Onorevole Lorenzo Guerini nel trovare una via d’uscita.

https://secure.avaaz.org/community_petitions/en/ministro_della_difesa_lorenzo_guerini_commissariat_rivogliamo_il_ruolo_di_custodi_morali_di_zonderwater/?txwlVfb

Il Generale Alberto Trionfi

Caro Roberto,  probabilmente il 29 gennaio prossimo ci sarà la traslazione delle ceneri di mio padre dal riquadro dei Caduti della Prima Guerra mondiale a quello della Seconda Guerra mondiale dove è giusto che stia. […]

Mi sembra giusto che tu sappia di questa storia. Ti invio in allegato anche le foto sia di dove si trova attualmente la cassetta e sia di dove andrà a stare.

Scusa se mi sono sentita in dovere di raccontarti questa storia che è un po’ a latere del tuo grande lavoro, ma mi sembrava giusto che lo sapessi.

Ti abbraccio forte e ti invio i miei migliori auguri per le prossime feste.

Cordialmente Maria Trionfi


Papà unica foto da generale 1943GENERALE ALBERTO TRIONFI

Nasce a Jesi (Ancona) il 2 luglio 1892 da antica e nobile famiglia.

Inizia la carriera delle armi il 7 novembre 1911 quale allievo volontario alla Scuola Militare di Modena da dove uscì sottotenente dei Granatieri il febbraio 1913.

Dall’aprile 1914 al marzo 1916 fu in Libia ove conseguì la promozione a Tenente (luglio 1915).

Durante la Prima Guerra mondiale fu ferito tre volte ricevendo una medaglia di bronzo al Valor Militare.

Dal 1924 al 1926 frequentò con successo i corsi della Scuola di Guerra a Torino.

Promosso maggiore nel gennaio 1927, venne destinato al Corpo di Stato Maggiore e successivamente al Comando della Divisione di Napoli nel gennaio 1931.

Tenente colonnello nel maggio 1932 e nel 1935 capo della Delegazione Trasporti di Napoli.

Nel 1936 viene trasferito al Corpo di Armata di Napoli come sottocapo di Stato Maggiore.

Promosso colonnello nel 1937 assunse il Comando del Terzo Reggimento Granatieri con il quale nel luglio 1939 partecipò all’occupazione dell’Albania.

Nel 1939 fu Capo di Stato Maggiore della Divisione “Siena” a Napoli e nel 1940 fece ritorno in Albania.

Nel dicembre dello stesso anno raggiunse la Divisione “Lombardia” quale Capo di Stato Maggiore.

Nel 1941 fu trasferito allo Stato Maggiore, poi al Comando della Difesa Territoriale di Roma e nel settembre al Comando del XVII° Corpo d’Armata.

Nell’ottobre del 1941 ebbe il comando della Scuola Militare di Roma.

Promosso generale di Brigata nell’ottobre 1942, venne destinato al Comando della Divisione “Cagliari” quale comandante della fanteria divisionale in Grecia a Navarino nel distretto di Pylos.

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Scheda di entrata dell’Oflag 64 Z del Generale Alberto Trionfi

L’8 settembre 1943, al ritorno da una breve licenza in Italia (partì da Roma il 7 settembre mattina, quando l’armistizio era già stato firmato e non si sapeva e i suoi colleghi al Ministero gli consigliarono di non partire, ma lui rispose: “Devo partire, i miei soldati sono laggiù”) fu preso prigioniero dai tedeschi e portato in vagone piombato in polonia, nel lager 64Z (Oflag 64/Z) situato a Schokken (attuale Skoki).

La prigionia durò dal 30 settembre 1943 al 28 gennaio 1945, quando, in una marcia di trasferimento, in località Kusnica Zelichowaska fu trucidato insieme ai generali Carlo Spatocco, Emanuele Balbo Bertone, Alessandro Vaccaneo, Giuseppe Andreoli ed Ugo Ferrero.

I polacchi del posto interrarono le salme dei generali e le posero nel cimitero locale.

Tombe
Cimitero di prima inumazione del Generale Trionfi

A liberazione avvenuta, due generali sopravvissuti con un medico russo tornarono sul luogo dell’eccidio, recuperarono degli oggetti di ciascuno dei generali e li fecero pervenire alle rispettive famiglie.

Così mia madre ricevette l’agendina sulla quale mio padre esprimeva tutto quello che non poteva scrivere per lettera per via della censura.

Tutto è stato pubblicato sul libro: “IL GENERALE ALBERTO TRIONFI – scritti e memorie dalla Grecia al Lager – Un delitto delle SS” – Edito dall’ANEI (Associzzione Nazionale Ex Internati) nel 2004.

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Documento relativo alla sepoltura del Generale Alberto Trionfi nel Cimitero di Kusnica Zelichowaska – (cliccare sul documento per ingrandire) Documento depositato presso gli Archivi di Arolsen (Germania)
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Tra gli oggetti recuperati dopo l’eccidio vennero trovati gli occhiali del Generale Trionfi

Negli anni ’50 mia madre riuscì a mettersi in contatto con il generale Giuseppe Mancinelli capo di Stato Maggiore, che, avendo conosciuto a suo tempo mio padre, riuscì a fare in modo che la cassetta con i resti di mio padre fosse esumata, caricata su una nave mercantile russa, l’Argun, e trasportata in Italia.

Noi seguimmo con l’ambasciata russa a Roma il percorso della nave che sbarcò ad Ancona (a noi sembrò un segno del destino, perché mio padre era di Jesi ma aveva sempre vissuto ad Ancona).

Il 7 gennaio 1956 la nave sbarcò ad Ancona. C’era tutto l’equipaggio schierato sull’attenti sulla tolda e la cassetta con fiori freschi (la nave aveva fatto scalo a Bari) nel mezzo. Ad attendere, non c’era che una camionetta con due soldati che presero la cassetta e la portarono nella camera funeraria del cimitero delle Tavernelle ad Ancona. Non c’era un rappresentante militare né tantomeno diplomatico, tanto che mamma decise che, per dimostrare un minimo di ringraziamento, bisognava quantomeno portare dei fiori freschi alla moglie del comandante che viaggiava con lui.

Dopo tre mesi, in marzo, ci giunse l’avviso che sarebbero stati celebrati i funerali di stato. Così ripartimmo per Ancona e partecipammo ai funerali.

Generali trucidati a Kuznica Zelichowska
Cimitero militare italiano d’onore di Bielany (Varsavia) – Stele posta in ricordo dell’eccidio dei generali

Al cimitero non c’era ancora un riquadro per i Caduti della Seconda Guerra mondiale e perciò la cassetta venne posta in una tomba di un parente, Trionfi Honorati, Caduto nella Prima Guerra mondiale mentre una lapide sulla colonna vicina attestava la presenza delle ceneri di mio padre. Ora, dato che esiste un riquadro con i Caduti della Seconda Guerra mondiale, sarebbe mio desiderio che la cassetta venga situata in questo riquadro che è anche molto più facilmente raggiungibile.

Tomba papà Ancona
Attuole luogo di sepolture del Generale Alberto Trionfi
cimitero seconda guerra mondiale
Cimitero di Ancona – Reparto Caduti della Seconda Guerra mondiale

Ho avuto l’autorizzazione dal Ministero della Difesa e il cimitero di Ancona mi ha inviato la spesa che questa traslazione comporterebbe. Dato che né io né mio fratello potremmo assumercene il peso, il vice presidente dell’ANEI, Prof. Gastone Gal se ne è assunto personalmente l’onere. Vorrei che tale traslazione avvenga il 29 gennaio (sabato) perché il 28 gennaio è l’anniversario dell’eccidio.

E’ inutile dirti quanto la proibizione del funerale abbia inciso sui nostri cuori.

Maria Trionfi


pietra d'inciampo gennaio 2019
Pietra d’inciampo posata nel gennaio 2019 in memoria del Generale Alberto Trionfi