Alle volte il caso…
Verona, 11.02.2023 – Da Roberto Zamboni
Ho un collega argentino che da qualche mese abita in Italia con la famiglia.
Luciano (questo il suo nome) si è trasferito proprio a Verona perché le sue origini sono venete, anzi veronesi al 100%.
Infatti i nonni, nativi di Grezzana, si trasferirono e si stabilirono in Argentina dopo la Seconda Guerra mondiale.
Tra colleghi si parla del più e del meno. Facendo notare che lui ha lo stesso nome di mio zio (zio che nella seconda guerra mondiale era finito in un campo di concentramento in Germania, dov’era morto a soli 22 anni), vengo a sapere che anche suo nonno era stato fatto prigioniero dai tedeschi, internato e che in qualche maniera era riuscito a tornare a casa vivo.
E dopo una piccola ricerca …
Ballini Gino, nasce il 15 giugno 1916 a Grezzana (Verona). Soldato del 6° Reggimento Alpini (matricola militare 7288), viene fatto prigioniero dai tedeschi il 10 settembre 1943 a Merano (Bolzano) e internato in Germania come IMI (Internato Militare Italiano) nello Stalag I B di Hohenstein, dove gli viene assegnato il numero di matricola 3243. Viene poi trasferito allo Stalag IV B di Königstein e allo Stalag IV A di Hohnsteìn (Prussia Orientale). Viene infine decentrato presso il Comando di lavoro di Freital Döhlen (Circondario di Dippoldiswalde – Sassonia). Viene liberato dai sovietici nell’aprile del 1945. Nel maggio del 1945 si trovava in territorio controllato dall’Armata Rossa (zona sovietica).
Gino poi riuscirà ad allontanarsi e a raggiungere l’Italia e Verona.
(Fonte foto ANRP)


