Chi sono

Premessa

Questo sito e la ricerca nascono con uno scopo ben preciso: informare.

Non mi voglio (e non mi posso) sostituire in nessun modo agli enti istituzionalmente preposti a dare tutte le informazioni sulla sepoltura e sull’eventuale rimpatrio dei nostri Caduti (vale a dire Onorcaduti).

Ancor meno voglio con questa iniziativa indurre chicchessia a rimpatriare un congiunto (pur fornendo tutte le indicazioni necessarie per farlo).

La mia unica intenzione è quella di far conoscere, dove possibile, quale sia stata la sorte dei nostri congiunti, creduti da noi famigliari per tutti questi anni dei “dispersi”.

Saranno poi i parenti a decidere autonomamente se lasciarli dove sono o se riportarli a casa.

L’importante è che sappiano.


GLI ARCHIVI DI AROLSEN


Una delle tante petizioni presentate con l’obbiettivo di informare

27.07.2021 - ok 2Mi chiamo Roberto Zamboni, vivo a Verona, e dal 1994 raccolgo i dati di quei militari o civili morti in prigionia o per motivi di guerra, che alla fine del secondo conflitto mondiale furono esumati dai luoghi di prima sepoltura e traslati nei cimiteri militari italiani in Germania, Austria e Polonia dal Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra (Onorcaduti – Ministero della Difesa), ente preposto alla ricerca ed alla sistemazione delle loro Spoglie.

Nel dopoguerra, lo stesso Onorcaduti purtroppo non riuscì ad informare tutti i congiunti dell’avvenuto spostamento (le cause di questa mancata comunicazione non sono sicuramente da addebitare in toto al Commissariato Generale – infatti si sono riscontrati anche molti casi di non avvenuta trasmissione tra gli uffici comunali e i famigliari e non ultimo – anche se può sembrare strano – tra i diretti interessati – come genitori, mogli o fratelli – e gli eredi). Fatto sta che a causa di tutto ciò, migliaia di Caduti finirono in un sorta di limbo burocratico che non permise di far conoscere ai discendenti il loro preciso luogo di sepoltura.

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L’Eco di Bergamo (2010)

Non sono uno storico e neppure un ricercatore di professione, sono solo un semplice cittadino, un ricercatore volontario che ha deciso d’impegnarsi per quella che ritiene una nobile causa: evitare che tutti questi Caduti vengano dimenticati.

Per senso civico e per dovere d’informazione dedico gran parte del mio tempo libero a questo tipo di ricerche che svolgo autonomamente e senza nessun aiuto economico dal 1994.

L’obbiettivo che mi sono prefissato fin dall’inizio è quello di raggiungere in maniera capillare le famiglie di tutti questi poveri sventurati per informarli sulla sorte dei loro cari.

A questo proposito, dopo aver inviato gli elenchi dei caduti a diverse testate giornalistiche per la pubblicazione, dal giugno del 2013, ho iniziato a contattare personalmente molti dei comuni di nascita dei Caduti riscontrati, fornendo alle amministrazioni i dati da me archiviati sui loro concittadini e invitandoli a ricercarne i parenti per metterli al corrente che i loro padri, fratelli, zii o nonni non sono mai stati dei «dispersi».

Cronologia

Tutto è iniziato nel 1994, quando decisi di ricostruire gli ultimi mesi di vita di un mio parente, deportato e morto nel campo di concentramento di Flossenbürg.

Dopo tre anni di ricerche in Italia e in Germania, rintracciai con certezza la sua sepoltura nel Cimitero militare italiano d’onore di Monaco di Baviera.

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Tomba nel Cimitero militare italiano d’onore di Monaco di Baviera

Nel 1999, con l’aiuto di alcuni parlamentari e su pressione della Comunità Ebraica di Roma, riuscii a far modificare la legge che ne vietava il rimpatrio (II° comma dell’articolo 4 della Legge 9 gennaio 1951, n° 204) e a far rientrare i resti del mio congiunto nel dicembre dell’anno successivo.

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Articolo de “L’Arena” del 5 dicembre 2000
Medaglia d’onore ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti 1943-1945

Nel 2001, avendo riscontrato che i parenti di molti dei Caduti (deportati civili per motivi politici o razziali) sepolti nello stesso cimitero dov’era stato inumato mio zio (Monaco di Baviera) non erano a conoscenza della sorte dei loro cari, iniziai a cercarli, mettendoli al corrente di dove si trovassero le tombe del loro cari e della possibilità di rimpatriarne i resti.

Nel 2003 estesi le ricerche ai Caduti (sempre e solo deportati civili per motivi politici o razziali) sepolti nei cimiteri militari italiani di Amburgo e Francoforte sul Meno, cercando di rintracciare i parenti.

Due anni dopo, iniziai a pubblicare gli elenchi di questi Caduti su un primo sito internet.

Nel marzo del 2009 mi venne consegnato da Onorcaduti l’elenco generale degli italiani sepolti nei cimiteri militari italiani e potei così estendere le ricerche, oltre che ai deportati civili sepolti in Germania, Austria e Polonia, anche ai lavoratori liberi o coatti (e loro famigliari) e agli Internati Militari Italiani.

Nel luglio del 2010 ho aperto il promo blog per rendere pubblici gli elenchi mettendoli in Rete: www.robertozamboni.com – 10 luglio 2010 Internet Archive

Dal marzo del 2009 al maggio del 2013, digitalizzai e suddivisi per comune, provincia e regione, gli oltre 16.000 nominativi dei Caduti sepolti in terra austriaca, tedesca e polacca, stabilendone le province di nascita, assegnando ad ogni nominativo, dove possibile, la posizione tombale e riscontrando tutti i dati su documenti o testi già noti.

Nel maggio del 2013 pubblicai in forma integrale gli elenchi di base elaborati di tutti i Caduti fornitimi dal Commissariato Generale sul sito «Dimenticati di Stato» e iniziai la ricerca (tuttora in corso) dei parenti.

Da oltre 15 anni il sito fornisce notizie, indicazioni, chiarimenti e supporto a chiunque cerchi informazioni sui propri cari deceduti in prigionia ed è diventato un punto di riferimento per i parenti dei Caduti.
Questo sito ed il servizio di ricerca riguarda esclusivamente i Caduti sepolti nei cimiteri militari italiani in Germania, Austria e Polonia, è volontario, completamente gratuito ed ha finalità puramente informativa a favore dei parenti dei Caduti.

Servizi televisivi e articoli su Dimenticati di Stato

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MEDAGLIA DELLA CITTA' DI VERONA

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Medaglia della Città di Verona

medaglia della città 1a

19 pensieri su “Chi sono

  1. Un lavoro immenso e immensamente umano! Il non sapere più nulla di chi è stato inghiottito dalla guerra è come un buco nero che mangia i pensieri. E lei con il suo impegno è come una luce!

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  2. Roberto mi ha aiutato a insignire mio zio, Aurelio Bancora, deportato e caduto a Flossenburg, della medaglia di onorcaduto…

    La cerimonia è stata molto toccante in quanto è stata presenziata anche da mio padre, fratello diretto del caduto…
    Devo dire che il lavoro che svolge è molto impegnativo, ma se i frutti sono questi, dobbiamo esserne grati veramente…

    Complimenti e grazie per tutto.

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  3. Le fa onore il lavoro che sta svolgendo. Anche mio nonno é un “disperso” e purtroppo mio padre l’ha conosciuto solo in foto. Dai racconti di nonna, ho saputo che sarebbe stato vittima di un’imboscata insieme ad alcuni commilitoni, in Croazia. Non sono riuscito a trovare notizie storiche su tale evento.
    Grazie per il suo lavoro che da speranze a molte persone.

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  4. Solo ora scopro il Suo meraviglioso e santo lavoro. Anche io , come lei non smetto di informarmi e cercare di onorare quei poveri ragazzi dimenticati. Sono figlio di un IMI, Sottufficiale del
    231* regt ” Avellino” catturato in Albania e deportato prima a Mauthausen e poi ad Essen. Come una larva umana ebbe la fortuna di rientrare ma all’età di 46 anni, disfatto nel fisico dai patimenti e dalle sevizie subite mori’. Grazie a Lei e al suo impagabile lavoro. No conosco il suo credo ma prego Dio che le renda merito per cio’ che ha donato ai parenti dei Caduti. Luciano Sechi, già Ten. Col dell’Esercito Italiano

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  5. Grazie mille per il grande lavoro che ha fatto finora.
    Nostro nonno Rondinelli Manissero lo abbiamo rintracciato per caso nel 2013 facendo una ricerca su internet . Lo abbiamo trovato nel cimitero di Amburgo, non sapevamo nulla. Dopo esser stati in Germania, mia madre che lo aveva visto forse una volta, ha deciso di farlo riportare in Italia. È stato molto emozionante .
    Tutto questo è stato possibile anche grazie al suo lavoro.

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  6. Egregio sig. Zamboni,
    l’energia che lei negli anni ha saputo trasfondere in questa sua iniziativa è semplicemente straordinaria; passo dopo passo ha saputo superare ostacoli che sembravano insormontabili, arrivando anche con la forza dirompente delle sue idee a far cambiare la legge che vietava il rimpatrio delle spoglie dei propri parenti.
    Il fatto che non si sia fermato lì, ma che abbia canalizzato a favore di altre famiglie coinvolte in altre vicende della seconda guerra mondiale le fa onore. Mi fa piacere che questo suo impegno sia stato riconosciuto già nel 2010 da Verona, contrariamente al detto “nemo propheta in patria”. Io sono il nipote di un alpino che, inviato con l’ARMIR nell’estate del 1942 in Russia, non ha mai fatto ritorno. Con una parte di energia nemmeno paragonabile alla sua, vorrei riuscire a modificare la sua qualifica da ‘disperso’ – non inserito in nessun elenco – a luogo e data di morte circoscritti, se non proprio certi.
    La ringrazio per il suo trascinante esempio.
    A. Massagrande
    Sommacampagna

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  7. Caro Massagrande, sono io che ringrazio Lei per le belle parole e per l’apprezzamento al lavoro che ormai da anni porto avanti. Le auguro di cuore di riuscir a trovar presto notizie sul suo congiunto e di riuscire a chiudere quel cerchio rimasto aperto per troppi anni. Un abbraccio. Roberto Zamboni

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  8. Caro Roberto, la tua opera di ricerca è davvero degna di plauso e grandissima considerazione. Nel corso delle ricerche compiute su alcuni caduti della mia comunità, ho avuto modo di consultare il tuo sito “Dimenticati di Stato”, di conoscerti (per ora virtualmente) e di ricevere preziosissime e dettagliate informazioni.
    Ti ringrazio di cuore. Sei una importante risorsa di informazioni e di esperienze per gli appassionati ed i ricercatori del settore.

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  9. Grazie a lei sono riuscita a scoprire dove si trova sepolto il fratello di mia nonna Fossi Livio, non avendo più persone in vita che potessero saperlo!

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  10. Grazie al suo lavoro ho ritrovato la tomba dello zio detenuto a Norimberga e sepolto al cimitero militare italiano di Francoforte. Ho inviato mail di ringraziamento citando il prezioso contributo del sig. Giancarlo dell ANPI di Francoforte

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