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«… morire sì, ma morire liberi, non bruciati,
dormire sotto una zolla fresca ed una pia croce.
Dolcissimo sogno.
Morire, ma dopo aver rivisto i familiari, abbracciati i figli, la sposa, nel proprio casolare,
in mezzo alle cose che ci furono care perché essenza della nostra vita
e riposare nel piccolo cimitero dove dormono l’eterno sonno gli avi e gli amici… »
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Per vedere la ricostruzione filmata della ricerca (durata 22 minuti),
clicca sull’immagine
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Sono il nipote di un caduto che grazie a Lei ho scoperto essere nel cimitero di Francoforte (Bruno Pais dei Mori) ,Voglio abbracciarLa e dirLe grazie …mi ricordo i nonni lo davano per disperso ora so dov’è… se attraversassi momenti migliori non esiterei a riportarlo a casa ma… Grazie ancora ,grazie per tutto e per sempre Signor Zamboni che Dio gliene renda merito!
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complimenti per l’immenso lavoro di ricerca, il video è emozionante,
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Grazie sig. Zamboni sono la nipote di un caduto, grazie al suo lavoro ho saputo dove e sepolto mio nonno, spero di poter andare a fargli una visita e magari di portarlo a casa e farlo riposare insieme a sua moglie, e magari far felice anche mia madre ke adesso anke lei non piu giovane e non ha mai conosciuto suo padre perché quando lei e nata lui era gia morto e un giorno possano riposare tutti insieme. Comunque mi domndo i nostri cari sono andati in guerra magari non perke lo volevano ma x la patria, la stessa patria ke dovrebbe farli tornare a casa……almeno questo visto ke hanno dato la vita? Grazie di cuore.
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Un vivo ricordo a TUTTI quei giovani ridotti in miseria umana. Che possano godere serenità e pace.
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Questa è la storia da far conoscere ai nostri giovani!!!
Complimenti per il lavoro svolto.
Elena Mottinelli
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Penso che ai giovani si dovrebbe fare conoscere queste immani tragedie umane subite da una intera generazione di giovani che hanno perso la vita o che sono stati toccati sia nel fisico e nella mente, non bisogna perdere o dimenticare questi immani tragedie e questi giovani, perche chi non ha memoria del passato ripete questo errore, non riesco a capire certi nostalgici di quell’ epoca cosi disumana.
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Mio padre Filippo era stato internato in un campo in Germania, il campo di GREIFSWALD, II Distretto nel nord della Germania, vicino ai confini della Polonia (Stettino); ebbe la fortuna di ritornare a casa, ma non ha mai voluto raccontarci di cosa aveva visto e subito in quei luoghi. Io stò facendo una ricerca sui Caduti del mio paese, ed ho trovato informazioni consultando le sue ricerche. Ho visto con grande emozione il filmato…..e mi sono chiesto quale forza Lei abbia potuto trovare per ritornare con la memoria in quella immane tragedia. Non posso che mandarLe un mio più grande e sentito GRAZIE per quanto ha fatto, e per la testimonianze che ci ha lasciato…che Dio Le renda merito di quanto ha fatto e continua a fare.
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